Le biblioteche pubbliche rappresentano una “forza vitale per l’istruzione, la cultura e l’informazione, agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne”; in questa maniera il Manifesto UNESCO riconosce e convalida il ruolo fondamentale esercitato dalle biblioteche all’interno della nostra società, quali presidi di sapere e cultura che rappresentano un patrimonio fondamentale che non può essere disperso né tantomeno messo a rischio.
Purtroppo la Legge Delrio, come noto a tutti, ha ridisegnato il ruolo delle Province e in particolar modo delle funzioni fondamentali a esse attribuite, non prevedendo le competenze in materia di cultura, con la conseguente riduzione delle risorse economiche spettanti, che hanno inciso sulla continuità e sulla qualità dei servizi erogati.
Questo passaggio si è rivelato come un duro colpo per tutto il settore della cultura, che ovviamente non ha risparmiato la biblioteca provinciale Pasquale Albino di Campobasso, un’istituzione storicamente molto importante per il nostro territorio, fondata l’8 settembre 1861 e fonte di documenti di grandissimo interesse per la storia locale e importante punto di riferimento per vari enti, grazie all’attività e al supporto fornito dal Polo provinciale SBN Web.
Un patrimonio inestimabile che negli ultimi tempi, a causa della scarsità dei fondi trasferiti, è stato salvaguardato e portato avanti con impegno e abnegazione impagabile da sei dipendenti provinciali, tra cui anche il direttore, che oramai da circa un mese sono stati posti in mobilità, con il rischio concreto della chiusura o di una drastica riduzione di servizi offerti.
Già in passato avevamo sollevato la questione con un ordine del giorno discusso e non approvato dal Consiglio regionale nella seduta dello scorso 8 settembre 2015, un documento con il quale chiedevamo alla Giunta di farsi carico della gestione della Biblioteca provinciale “P. Albino” di Campobasso, in considerazione del ruolo e dei compiti istituzionali attribuiti alle Regioni in questa materia, così da garantire la prosecuzione delle funzionalità e dei servizi esistenti.
Ordine del giorno non approvato allora dalla maggioranza consiliare perché, ci fu spiegato, ai sensi dell’articolo 16 del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 si precisava che “entro il 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, di concerto con il Ministro per gli Affari Regionali e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita l’Agenzia del Demanio, previa intesa con la Conferenza unificata, è adottato un piano di razionalizzazione degli archivi e degli altri istituti della cultura delle Province”, stabilendo che, “per le medesime finalità, entro il 31 ottobre 2015, le unità di personale nei profili professionali di funzionario archivista, funzionario bibliotecario, funzionario storico dell’arte e funzionario archeologo in servizio a tempo indeterminato presso le Province possono essere trasferite alle dipendenze del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo”.
Da quella data la situazione non si è ancora risolta, il decreto di fatto non è stato predisposto dal MIBACT, lasciando nella più totale incertezza il destino della biblioteca “Albino”, che intanto ha visto andar via anche i dodici collaboratori delle due cooperative che lavoravano in supporto ai funzionari provinciali di ruolo.
Nel frattempo la Regione ha provveduto al riordino delle funzioni non fondamentali delle Province nel rispetto delle disposizioni di cui alla legge 7 aprile 2014, n. 56 e alla legge 23 dicembre 2014, n. 190, non prevedendo però nulla in merito alle competenze in materia di cultura, né contemplando il trasferimento di questo patrimonio storico, accrescendo ancor di più le preoccupazioni sul destino della biblioteca provinciale e dei lavoratori in essa attualmente impiegati.
In questo quadro bisogna ora tener conto di quanto disposto da ultimo dalla Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (la cosiddetta Legge di stabilità 2016) che al comma 765 stabilisce che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell’articolo 1, comma 95, della legge 7 aprile 2014, n. 56, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e’ nominato un commissario al fine di assicurare il completamento degli adempimenti necessari a rendere effettivo, entro il 30 giugno 2016, il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie relative alle funzioni non fondamentali delle province e delle città metropolitane, in attuazione della riforma Delrio.
In considerazione di tutto ciò è possibile che la Regione ancora non abbia preso una decisione in merito? Eppure per la sopravvivenza della biblioteca è necessario un impegno di spesa di 400 mila euro, che la Regione non dovrebbe avere difficoltà a reperire per il mantenimento in funzione di un presidio che necessità di essere tutelato, in quanto prezioso patrimonio di conoscenze e esperienze, nonché insostituibile “presidio di democrazia” e punto di riferimento della vita culturale molisana e italiana, lasciando la delega in capo alla Provincia oppure realizzando, tramite un proposta di legge organica, un polo culturale regionale che contempli tutti il nostro patrimonio storico, artistico e museale, in grado di catalizzare fondi e finanziamenti europei.
( nota con prima firmataria la consigliera Fusco Perrella e sottoscritta dall’intero centrodestra in consiglio regionale)