L’allarme lanciato qualche mese addietro sul progetto “Elimina Molise”, all’indomani della manifestazione da me organizzata per scongiurare l’eliminazione dell’ente provincia di Isernia, studiata a tavolino anche e, a volte, soprattutto da nostri amministratori eletti dai molisani, non era pur nulla peregrino. Infatti, ogni giorno assistiamo agli scippi del nostro tessuto amministrativo, unica ragione d’essere di un territorio giustamente ambizioso e così come già ampiamente gridato ai quattro venti dai padri costituenti quando immaginarono di riscrivere la storia per il rispetto delle identità. Un pezzo per volta ci ritroveremo senza terra, senza forza, senza geografia, senza confini, senza amor di radici, senza dialetti, senza storia, senza cultura, senza nulla, perché qualcuno ha deciso per noi che non dobbiamo più esistere per logiche di affari e di perversione, che solo le future generazioni potranno capire quando si troveranno a piangere su una regione che fu! E così, per non farci mancare nulla (o meglio, per farci mancare tutto), così come preannunciato, a giorni perderemo anche quella rappresentanza amministrativa della cultura che, anche se non all’altezza del proprio compito, testimonia al mondo intero dell’importanza storica, archeologica e paesaggistica di una terra ancora per poco chiamata Molise! Purtroppo non si tratta di indiscrezioni, di allarmismi senza fondamento, la bozza di riordino del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, che il ministro Bray ha fatto giungere sui tavoli delle OO.SS. nazionali di categoria (ed io ne vengo a conoscenza diretta in quanto membro della direzione nazionale) non lascia spazio ad interpretazioni: la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise verrà accorpata all’Abruzzo, prefigurando scenari facilmente immaginabili. Il Molise è una piccola realtà, sarebbe agevolmente fagocitata, l’Abruzzo ha il grave problema della ricostruzione post sisma; chi potrà dare le dovute attenzioni al nostro patrimonio culturale, tra l’altro notevole, riconosciuto dal mondo scientifico, nonostante i vari funzionari e dirigenti approdati in Molise ne abbiano solo sfruttato il valore ad appannaggio delle loro tristissime carriere? Falsamente il ministero MiBACT giustificherebbe l’accorpamento con motivi di spending review. Niente di più falso. Intanto, se la ragione fosse questa, basterebbe ridurre i lauti compensi dei dirigenti, in modo tale che con la stessa cifra si potrebbero retribuire due figure, appunto, un direttore per il Molise ed un altro per l’Abruzzo. Purtroppo in Italia siamo abituati ad assistere a difese delle caste mai sazie, mai pronte a rinunce logiche così come si converrebbe in una nazione democratica e, ancor più, coinvolta in una crisi che sta mettendo in ginocchio migliaia di lavoratori. La casta dei dirigenti è la peggiore, parimenti a quella dei politici che venderebbero la propria madre piuttosto che percepire retribuzioni rispettose del loro ruolo e di chi non ha nemmeno di che mangiare! Ma dietro questa decisione si nasconde ben altro. E’ ampiamente risaputo che l’attuale direttore regionale del Molise, avv. Famiglietti, da tempo ambisce a lidi più importanti, approdi che ormai da più di quattro anni non riesce ad ottenere per motivi che facilmente si intuiscono. Tra l’altro, sfumato l’incarico prestigioso che qualcuno (amico) faceva prefigurare, quello di super manager per Pompei, è rimasto ancora una volta a bocca asciutta in Molise, terra che gli sta chiaramente stretta, nonostante sia l’unico in Italia a reggere una direzione regionale ai beni culturali più una soprintendenza archeologica con la laurea in legge! E allora non sarebbe difficile immaginare il suo lavorio verso il ministero per ottenere un accorpamento tra le due regioni così da poter occupare la poltrona in Abruzzo, che comprenderebbe anche il Molise, e gestire in un sol colpo tutta la ricostruzione del patrimonio culturale duramente minato dal terremoto aquilano e continuare a dirigere dispoticamente il Molise. Credo fermamente che l’apparato politico parlamentare e regionale molisano debba opporsi con veemenza a tale prefigurata sciagurata decisione e fare tutto il possibile per allontanare Famiglietti dal Molise. E magari, perché no, approfittando dell’occasione, qualcuno potrebbe anche seguirlo visto come si è speso per sostenerlo e come si è agitato in campagna elettorale per affossare la provincia di Isernia e chiedere contestualmente l’eliminazione del Molise! E non mi dite che non conoscete i nomi, ma se così fosse, a breve un bell’incontro con la stampa per chiarire alcuni tristi retroscena!
Il Segretario Regionale UILBAC Molise
Emilio Izzo
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