Non è certamente la prima volta che un Sindaco rassegna le proprie dimissioni e poi le ritira. E non sarà sicuramente neanche l’ultima. Raramente però una sola notte basta a risolvere le serie questioni che sono alla base del clamoroso gesto a tutela del bene comune. All’indomani delle dimissioni e della revoca delle dimissioni, la prima riflessione – per un gesto che in questi quattro anni è stato più volte annunciato, dichiarato in Consiglio e poi smentito, quindi brandito ripetutamente come minaccia e interpretato sostanzialmente in termini punitivi verso il prossimo – riguarda la grande leggerezza e superficialità utilizzata, come se l’Istituzione comunale fosse una questione privata o della Giunta o solo della maggioranza e non questione riguardante l’intero Consiglio comunale e la città di Campobasso.
Le dimissioni hanno costituito nel periodo una sorta di messaggeria per la propria area politica sottostimando in modo colpevole il ruolo di Sindaco. Per questo motivo, il recente atto rappresenta – considerata la storia degli ultimi quattro anni e alla luce di una Campobasso regredita e spenta – un furto simbolico ma pesantissimo alla città e un atto di prepotenza inammissibile nei confronti ancora dei cittadini e dell’Istituzione comunale.
Si tratta oramai di un’interpretazione della politica che vede come autore della messa in discussione dei diritti altrui, proprio colui che dovrebbe rappresentare il più vicino e attento difensore. Un altro esempio che penso valga la pena ricordare è costituito dalla chiusura di alcune scuole e la sospensione delle attività didattiche che risale a poco più di un anno fa.
In queste riflessioni ovviamente io non giudico la fertilità dell’azione politico-amministrativa di questa maggioranza e di questo Sindaco. Sarebbe fin troppo facile riportare il pensiero degli elettori campobassani, espresso per altro chiaramente anche attraverso il voto nelle diverse scadenze elettorali. Mi voglio invece ancora soffermare sull’utilizzo della dignità delle Istituzioni in questo frangente come in altri. Perché i Sindaci passano cosi come le maggioranze, resta però la storia, quanto realizzato, realizzata, che affastella mattoncini quotidiani che danno l’identità a una città. Perché di questo ridicolo collasso di mercoledì è responsabile non solo il Sindaco ma una intera coalizione di centro destra, la maggioranza, non solo il gesto di uno ma la complicità di molti. E ovviamente questo non è il riferimento al voto espresso nella circostanza che pure c’era tutto e che ha generato quello che è semplicemente un moto di stizza da trasformare in protagonismo vittimistico, ma l’aver tollerato atteggiamenti identici per coprire il non governo della città nascondendosi dalle rispettive e singole responsabilità.
Dunque si ricomincia da dove sembrava finito, ma è anche il tempo di prepararsi per il futuro.
Il Capo Gruppo del PD al Comune di Campobasso Antonio Battista