n questi giorni stanno andando a conclusione due fatti di grande rilievo per la nostra regione: il primo, di respiro nazionale, è l’accordo ormai quasi concluso sull’ autonomia differenziata tra le tre grandi regioni del nord ( Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna) e il Governo; l’ altro, che ci interessa più da vicino, è la redazione ormai prossima dei POS per gli anni 2019/2021.
L’ autonomia differenziata, che non è altro che una “secessione mascherata”, decreterà definitivamente la morte del Sud del Paese a cominciare dalle regioni più povere e più deboli, e quindi più esposte, con ripercussioni sulle materie più “sensibili” come l’ istruzione, l’ assistenza sanitaria, l’ assetto del territorio, mettendo così definitivamente la parola fine alla “ questione meridionale”.Sulla redazione dei POS, d’ altro canto, stiamo assistendo purtroppo ad un film già visto ai tempi bui di Frattura, con strutture esterne ed estranee al nostro territorio ( Agenas per la parte sanitaria e KPMG per la parte finanziaria) che stanno redigendo un documento che inciderà sulla nostra vita quotidiana e sul nostro diritto costituzionale ad essere curati per i prossimi anni.
E la mia previsione, e il mio timore, è che verrà percorsa la stessa strada imposta da Frattura, cioè la sua approvazione all’ interno di una legge di Stato per evitare modifiche e ricorsi.Dopo i famigerati POS 2015/2018 avevamo invece la possibilità di invertire la rotta e darci, almeno sulla carta, un modello sanitario adeguato e rispondente alle nostre necessità e non una decisione calata dall’alto e avulsa dal territorio.
La Regione, preso atto del commissariamento e della impossibilita di tornare indietro dalla decisione da parte del Governo Nazionale, invece di scegliere una inutile contrapposizione , avrebbe dovuto quanto meno limitare i danni affiancando alla struttura commissariale un proprio gruppo di esperti con il compito di condividere le scelte e soprattutto fungere da tramite tra il Governo nazionale e la comunità molisana.
Questo team, che non può evidentemente essere rappresentato ne’ dall’ Asrem ne’ tantomeno dalla Sanità regionale, avrebbe dovuto coinvolgere il Governatore e la Giunta, il Consiglio Regionale, le Province e iComuni, ascoltare le Associazioni di categoria e le forze sindacali, incontrare i Movimenti di cittadini nati spontaneamente in difesa della sanità pubblica dopo la sciagura dei POS precedenti e le strutture private convenzionate.
In questo modo i nuovi POS sarebbero stati redatti sì dall’ Agenas e da KPMG per la parte tecnica, ma avrebbero avuto l’ impronta e la ufficialità dei nostri territori e della nostra gente, e avrebbero segnato un nuovo inizio anche nell’ ottica dell’ autonomia differenziata.Non so se siamo ancora in tempo, ma se c’è una seppur minima possibilità bisognerebbe praticarla. Altrimenti avremmo perso un’ altra occasione, forse l’ultima…
Ulisse di Giacomo