Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega alla Conferenza Stato – Regioni e alla Conferenza Unificata, Gianclaudio Bressa, rispettando gli impegni assunti su indicazione del Ministro dell’Interno Angelino Alfano il 26 febbraio scorso in occasione delle eccezioni messe a verbale dal Vice Presidente della Giunta Regionale, Michele Petraroia sulla richiesta di revoca dell’impugnativa del Governo all’art. 6 della legge n. 25/2014 sull’assestamento di bilancio 2014, ha convocato una riunione istruttoria con il Ministero dell’Economia e con la Regione Molise per il 24 marzo alle ore 11.00.
Nella circostanza sarà illustrata nuovamente l’impossibilità matematica di procedere all’azzeramento in un’unica soluzione del debito di 60 milioni di euro riferiti ai residui accertati dai Servizi Ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato al 31.12.2012.
La spesa corrente della Regione Molise detratti i trasferimenti del Fondo Sanitario Nazionale è inferiore ai 180 milioni annui e in nessun caso si può ipotizzare di caricare su un solo esercizio finanziario l’abbattimento di 60 milioni di euro.
Al contrario bisogna seguire le procedure già attivate con la Regione Piemonte per una rateizzazione decennale così come riportato dall’art. 6 della legge n. 25 del 22.12.2014 di Assestamento di Bilancio 2014, o in alternativa individuare soluzioni contabili tecnicamente sostenibili per il Molise.
Dopo la mobilitazione dell’ultimo bimestre nei confronti del Ministero della Salute che ha portato a cogliere la revoca della diffida del 27 gennaio 2015 ad abrogare la nostra legge regionale sui soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare, è indispensabile adoperarsi con la massima efficacia a tutela della certezza contabile del Bilancio Regionale superando le criticità dell’ultimo quinquennio in cui si sono registrate diverse abrogazioni della Corte Costituzionale in materia di leggi finanziarie e di bilancio, su impugnativa del Governo.
Riuscire a difendere ciò che già esiste richiede uno sforzo immane, e ruba energie e tempo all’iniziativa istituzionale proiettata sulla prospettiva, ma è in linea con il monito del 19 marzo 1995 di Papa Giovanni Paolo II ad Agnone “non è tempo di rinunciare alla speranza”, non è tempo di arrendersi e non è tempo per dividersi.