Attacco Iran a Israele, “risposta Stato Ebraico possibile già oggi”

(Adnkronos) –
Israele risponderà presto all'attacco iraniano, forse già oggi. E' quanto scrive il Wall Street Journal, che cita fonti americane e occidentali, che esprimono tuttavia l'auspicio che questo non avvenga, avendo sia Tel Aviv che Teheran rivendicato la vittoria nell'attacco di sabato sera, che gli permette di avere una via d'uscita dall'escalation. E' stata intanto interrotta dopo tre ore di discussioni, e dovrebbe riprendere domani, la riunione del gabinetto di guerra israeliano incentrata sulla possibile risposta dello Stato ebraico all'attacco di Teheran, ha riferito quindi l'emittente Channel 12. Il gabinetto di guerra, composto da Benjamin Netanyahu, dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dall'ex ministro della Difesa Benny Gantz e da diversi altri consulenti, si era già riunito ieri sera. Secondo fonti della Cnn, tutti sarebbero determinati a una risposta. Ma oltre a una potenziale risposta militare, si valuterebbero anche opzioni diplomatiche per isolare ulteriormente l'Iran.  Secondo le fonti Gantz spingerebbe per una risposta veloce, convinto che più si aspetta più sarà difficile raccogliere il sostegno internazionale per questo attacco, mentre a frenare sarebbe il premier Netanyahu. Fra le proposte considerate, quella di un attacco contro un sito in Iran che possa inviare un messaggio, ma senza provocare vittime.  Le autorità militari israeliane hanno intanto revocato le restrizioni imposte alla popolazione civile alla vigilia dell'attacco iraniano, in particolare sulle attività previste in ambito scolastico e sulle riunioni in luoghi pubblici e sul posto di lavoro. Fanno eccezione alcune località del paese situate nei pressi del confine con Gaza o con il Libano. Ai cittadini viene comunque chiesto di assicurarsi la possibilità – nel caso sia necessario – di raggiungere in breve tempo un rifugio in caso di emergenza.  Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, la risposta dell'Iran sarà "immediata, più forte e più ampia", ha dichiarato quindi il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, durante un colloquio telefonico con il suo omologo britannico, David Cameron, nel quale ha ribadito che la Repubblica islamica non vuole "l'escalation". Amir-Abdollahian ha quindi criticato il governo britannico per il suo appoggio a Tel Aviv nella guerra a Gaza. "È sorprendente che, nonostante migliaia di tonnellate di bombe sono state sganciate sulla popolazione oppressa di Gaza negli ultimi sei mesi, l'Inghilterra sia preoccupata per la risposta della Repubblica Islamica dell'Iran al brutale attacco del regime israeliano contro sedi diplomatiche nel quadro del principio della legittima difesa ai sensi dell'articolo 51 dalla Carta delle Nazioni Unite", ha affermato. Israele avrebbe deciso di rinviare la sua annunciata offensiva militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo l'attacco iraniano. Lo riporta la Cnn, citando due fonti israeliane anonime, secondo cui proprio oggi le Idf avevano in programma di rendere noti gli ordini di evacuazione per le circa 1,4 milioni di persone che vivono nella città. Quei piani per il momento sono stati accantonati. L'emittente pubblica Kan, precisa la Cnn, ha riferito la stessa notizia nelle scorse ore, ma il Likud – il partito del primo ministro Benjamin Netanyahu – ha smentito. ''Il regime islamico di oggi non è diverso dal terzo reich e l'Ayatollah non è diverso da Adolf Hitler''. Questo quanto affermato intanto da Gilad Erdan, rappresentante di Israele, durante il suo intervento nella riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. ''Dobbiamo condannare con fermezza l'Iran, e infliggergli delle sanzioni: va fermato ora non per il bene di Israele, non per quello della Regione ma per il mondo intero'', ha detto ancora sottolineando che ''il mondo deve schierarsi contro l''Iran, dobbiamo batterci e la sola opzione possibile è utilizzare tutti i mezzi che abbiamo perché paghino per questi crimini e reati orribili il giusto prezzo''. ''L'Iran viola da anni la Carta dell'Onu è il primo sponsor del terrorismo e oggi ha gettato la maschera'', ha concluso. "Israele deve rispondere delle sue azioni, dei crimini e delle atrocità commesse. Il Consiglio di sicurezza deve agire tempestivamente. Qui non c'e nessuna guerra per procura e noi non vogliamo un'escalation del conflitto", ha detto quindi Amir-Saeid Iravani, rappresentante dell'Iran durante il suo intervento nella riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. ''Si è trattato di autodifesa come sancito della carta dell'Onu e riconosciuto anche dal diritto internazionale'', ha poi sottolineato. ''Questa azione è stata necessaria, moderata, proporzionale, con soli bersagli militari e portata avanti attentamente per minimizzare il potenziale di escalation e per evitare di nuocere ai civili''. ''E stato trascurato e ignorato il nostro diritto di rispondere alle violazioni al principio di base dello stato di diritto, ovvero l'inviolabilità della rappresentanza diplomatica e dell'integrità delle sedi diplomatiche cosa questa che e stata violata chiaramente'', ha quindi affermato Amir-Saeid Iravani, riferendosi all'attacco subito dal consolato iraniano a Damasco. ''Abbiamo chiesto di prendere misure e adottare provvedimenti per condannare anche tutto questo da parte della comunità internazionale – ha sottolineato – abbiamo fatto appello al Consiglio di sicurezza, abbiamo chiesto di denunciare fortemente queste azioni assolutamente disumane, abbiamo chiesto di consegnare alla giustizia gli artefici di crimini e reati nei confronti delle sedi diplomatiche e questo dovrebbe valere nei confronti di tutte gli stati. Ma il tentativo è fallito: il Consiglio di sicurezza non ha agito nel mantenere la sicurezza e la pace, non ha fatto nulla. E questo è un atto deplorevole. In queste circostanze l'Iran non aveva nessuna alternativa all'esercizio della legittima difesa in conformità al diritto internazionale''.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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