Assolti Papa e Petescia, il commento di Frattura e le reazioni dei politici molisani

Di seguito la dichiarazione di Frattura sulla sentenza emessa dal Tribunale di Bari.
Rispetto la sentenza emessa dal giudice del tribunale di Bari. Resto convinto di aver agito come era mio dovere fare: i fatti così come accaduti andavano rappresentati a un magistrato per la gravità che suggerivano. E io l’ho fatto. Evidentemente il giudice non ha ravvisato in essi quei profili di reato che invece vi ha riconosciuto il procuratore di Bari. Prendo atto della decisione, lo ripeto, con assoluto rispetto. So di aver agito con scrupolo e coscienza per circostanze che andavano denunciate e che non mi risulta siano state ritenute non vere.
Paolo di Laura Frattura

Assolti Papa e Petescia: ombre sulla figura di Frattura

Le sentenze non si commentano, si accettano.
Eppure l’assoluzione del pm Fabio Papa e del direttore di Telemolise Manuela Petescia merita un’osservazione particolare. Io personalmente sono stato direttamente interessato all’esito della vicenda per il rapporto umano che mi lega a Manuela Petescia di cui conosco l’onestà e la dedizione al suo lavoro. Sono dunque felice per la mia amica di sempre, Manuela. Sono sempre stato convinto della sua innocenza turbata da accuse infamanti e deliranti.
Esprimo soddisfazione anche per il pm Fabio Papa che si è sempre contraddistinto, sul piano professionale, per la sua integerrima condotta che mai mi ha fatto ipotizzare che potesse anch’egli essere accusato di un reato inesistente. Le considerazioni politiche che derivano da questa squallida vicenda vanno valutate con lucidità vista l’ombra che si abbatte sulla figura del presidente della Giunta regionale del Molise.
Al momento resta la soddisfazione di vedere due persone innocenti ingiustamente accusate che hanno lottato e ottenuto giustizia.
Michele Iorio

Assolti Petescia e Papa, Frattura dimettiti

A Bari un giudice ha sentenziato che Frattura è un bugiardo.
Il Molise non può permettersi un presidente che mente.
Chiediamo le immediate dimissioni del governatore del Partito Democratico.
I coordinamenti regionali di:
Forza Italia
Fratelli d’Italia
Noi con Salvini
Idea Popolo e Libertà
Movimento Nazionale per la Sovranità
Azione Civica Molise

 

“La cena delle beffe: un boomerang preso da Frattura in piena faccia! L’aspetto più inquietante di questa vicenda, già di per sé squallida, è stato l’aver ritenuto di avviare un’inchiesta a seguito di una denuncia presentata ad un anno dal “fattaccio” e nonostante che l’attore non sia stato in grado di fornire neanche una data precisa in cui la cena avrebbe avuto luogo. Quanto è costata questa farsa vergognosa e, soprattutto, chi paga? Vogliamo sperare che Frattura non pensi, neanche lontanamente, di addebitarne i costi ai Molisani: smartphone docet!” Comitato Pro Vietri

Molise, magistrato e amica giornalista ricattavano il presidente della Regione”. Così titolava un quotidiano a fine 2015. Ma tutto ciò è una menzogna che come recita il dizionario Treccani è nient’altro che una “affermazione contraria a ciò che si sa o si crede vero, o anche contraria a ciò che si pensa; alterazione (oppure negazione, o anche occultamento) consapevole e intenzionale della verità”.
Il 4 maggio, si è chiusa a Bari una delle pagine più buie che hanno coinvolto parte dell’informazione molisana.
La direttrice di Telemolise, Manuela Petescia, è stata assolta con formula piena da accuse gravissime mosse nei confronti suoi e del magistrato Fabio Papa. Erano stati rinviati a giudizio per tentata concussione, tentata estorsione e rivelazione del segreto istruttorio. A trascinarli in tribunale era stato l’attuale Governatore del Molise, Paolo Frattura. Oltretutto nel processo (che si è svolto con rito abbreviato) si erano costituite parti civili la Regione Molise, la presidenza del Consiglio dei Ministri, il presidente Frattura e l’ex questore di Campobasso Giancarlo Pozzo. La direttrice di Telemolise, come appena detto, è stata assolta con formula piena perché il fatto non sussiste.
A Manuela dunque le felicitazioni da parte dei consiglieri nazionali Cimino e Santimone e della consigliera regionale Petta per la fine di un calvario che evidenzia come la collega abbia agito nel pieno rispetto della legge e della verità.
Altre personalità, invece, dovrebbero adesso riflettere in seguito ai danni arrecati alla nostra cara collega Manuela (sottoposta suo malgrado ad un calvario mediatico-giudiziario che fortunatamente oggi si è concluso visto che un togato ha stabilito la verità dei fatti). Danni che di riflesso hanno colpito anche la sua famiglia e l’emittente che dirige.

Cosimo Santimone, Vincenzo Cimino

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