Si é tenuto mercoledì 26 ottobre, un evento di presentazione della candidatura Unesco come bene immateriale dell’umanità della “Cultura del Tartufo”. L’ incontro, organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo, si é tenuto nel quartiere parioli a Roma presso la Villa Astaldi, prestigiosa location capitolina.
Tra quadri rinascimentali e preziose opere d’arte e collezioni, il “principe della tavola” ha fatto mostra di se e del variegato mondo che contraddistingue la sua filiera, dalla ricerca alla commercializzazione fino alla tavola.
La candidatura negli anni è stata portata avanti dal Centro nazionale studi tartufo che ha sede ad Alba e dall’Associazione nazionale Città del tartufo con due importanti partner scientifici quali l’Università di Scienze gastronomiche e l’Università di Siena. Si è voluto risalire oltre l’intensa promozione commerciale, i testimonial, l’utilizzo del prodotto nella ristorazione di prestigio in tutto il mondo che hanno felicemente caratterizzato gli ultimi anni, contribuendo alla valorizzazione turistica di molte aree in Italia. Si sono volute documentare e analizzare antropologicamente le conoscenze orali e gestuali e le narrazioni intimamente connesse al tartufo attraverso interviste etnografiche raccolte lungo molte regioni italiane, completate dalla ricerca bibliografica e d’archivio. L’obiettivo della candidatura, che prende il nome di Cultura del Tartufo, è quello di certificare e formalizzare, difendere e tramandare il “mito del tartufo”, non solo come frutto dall’inestimabile valore, ma simbolo di una storia di rapporti tra uomo, natura, animale e tradizione.
Alla base del fascino del Tartufo c’è la ricerca. Nella notte, in aree boschive, nella segretezza assoluta, uomini preceduti dal loro cane, fendono le brume notturne cercando riferimenti tra le piante alla ricerca di un albero che l’anno precedente ha garantito una raccolta fortunata.
La cerca è un gesto individuale, vissuto in simbiosi con il cane, è intuito e fortuna, conoscenza della delicata pratica dell’estrazione che avviene con il solo ausilio di uno strumento specifico per tipologia di terreno.
La cerca del tartufo è un rito talmente impresso nel genius loci delle sue terre da renderlo parte integrante della cultura più intima del territorio.La ricerca del tartufo: un patrimonio complesso di saperi, di tradizioni, di convenzioni non scritte che nascono come pratica di raccolta per diventare molto di più. Il cercatore ha un rapporto elettivo con il proprio cane, il “suo” bosco, i suoi segreti. Quando il cane inizia a “segnare” un punto specifico, il trifolaio si china, raccoglie la terra, la annusa per verificare se il profumo di tartufo è forte e quindi il tartufo vicino, ma non sfugge un gesto altamente simbolico: la condivisione di un odore ancestrale, il ritorno ad un’epoca in cui il rapporto con la terra era proprio della condizione umana.
All’evento di Villa Astaldi é stato proiettato un documentario, omaggiato dalla chiusura dello chef Carlo Cracco,realizzato dall’Università di Scienze gastronomiche, che ha raccolto le testimonianze dei cercatori di alcune delle aree più caratteristiche e rappresentative del territorio italiano; ovviamente per il Molise, i cercatori intervistati erano di San Pietro Avellana( socio fondatore di Città del Tartufo).
Alla serata di gala hanno partecipato numerosi esponenti del mondo dello spettacolo e della politica legati al tartufo che sosterranno la candidatura presso il comitato unesco.
Per le città del tartufo erano presenti gli amministratori dei comuni più rappresentativi, Alba, Bondeno (FE), San Giovanni d’Asso ( SI), Valtopina (PG), Norcia e San Pietro Avellana (IS).
Per il Sindaco del comune alto molisano, San Pietro Avellana , Francesco Lombardi,che ricopre anche la carica di vicepresidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, l’evento é stato un successo: “ la presentazione della candidatura Unesco a Villa Astaldi non poteva andare meglio, per noi é importantissimo far conoscere il mondo del tartufo ed ottenere il sostegno della nostra candidatura in tutti i settori. Crediamo fermamente che il comitato Unesco sosterrá il nostro progetto al quale lavoriamo oramai da diversi anni. Il “pianeta tartufo”é variegato e complesso, abbraccia molti settori, gastronomico, naturalistico, economico, turistico ecc e di conseguenza é un vero e proprio mondo con le sue innumerevoli sfaccettature. Alla presentazione erano presenti anche numerosi parlamentari che stanno lavorando alla modifica della legge nazionale sul tartufo ( l’attuale risale a circa 30 anni fa) che ci hanno dato buone speranze sull’accelerazione dell’iter di approvazione della stessa. I territori richiedono da anni la modifica e l’aggiornamento del vecchio testo alle esigenze di mercato attuali, con Cittá del Tartufo stiamo contribuendo ai lavori, speriamo che il testo venga licenziato al più presto”.
Dopo il riconoscimento della Pizza come patrimonio Unesco, la “Cultura del Tartufo” sarebbe una ulteriore conferma di quanto il nostro Paese contribuisca ad esportare bellezza, arte, cultura e gusto in tutto il mondo.
Associazione Nazionale Città del Tartufo candida la “Cultura del Tartufo” come bene immateriale dell’umanità
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