Il Congresso Confederale della UIL Molise ha segnato l’agenda politica e sociale regionale, con una straordinaria partecipazione ed un proficuo confronto sindacale e politico sui principali temi emergenziali e di prospettiva che assillano il territorio. L’ottimo lavoro svolto da Mauro Sasso ha offerto a tutti noi l’opportunità di misurarsi da posizioni e ruoli diversi sulle vertenze aperte e sulle proposte tese a costruire un nuovo modello di sviluppo locale più inclusivo, efficiente, equo e innovativo. Il Molise è stretto in una morsa micidiale come ha confermato l’inchiesta de IL SOLE 24 ORE del 1° settembre e senza uno scatto d’orgoglio unitario delle proprie classi dirigenti non potrà che avvitarsi in una crisi priva di sbocchi. È indubbio che le aspettative di cambiamento sono state parzialmente bruciate dall’emergenza che incalza e dagli strumenti di contrasto che vengono meno per scelte nazionali dominate dalle politiche di contenimento della spesa pubblica.
Ma al di là dei ritardi e dei limiti dell’azione istituzionale regionale, il Molise è riuscito a ritrovarsi unito nella stipula dell’INTESA SUL LAVORO del 7 agosto frutto della mobilitazione sindacale del 28 giugno, del monito di Papa Francesco del 5 luglio e dell’attività intrapresa dalla Regione Molise fin dallo scorso anno sostenuta da 40 amministrazioni comunali con propri atti deliberativi. In termini metodologici questa unità sostanziale è propedeutica per agevolare il confronto sulle molteplici criticità che spaziano dal dramma occupazionale alla chiusura delle imprese per toccare il riordino della Pubblica Amministrazione e giungere al precariato che si è generato in 15 anni di destrutturazione del mercato del lavoro. Leggo con sorpresa questa mattina la dichiarazione del Presidente dell’Associazione Industriale del Molise che esprime riserve sui benefici connessi con l’eventuale arrivo di 200 milioni di euro destinati alle industrie e alle attività produttive della regione, considerando questa opportunità alla stregua di una misura ordinaria e richiamando le istituzioni a definire altri provvedimenti per rendere attrattivo e competitivo il territorio. Condivido la necessità posta dal Presidente di Confindustria di accelerare il riordino dei Consorzi Industriali e approntare misure in favore delle imprese finalizzate a riorientare il modello economico molisano da modello assistito parapubblico a sistema che crea valore, ricchezza, crescita occupazionale poggiando sulle regole del mercato e della sana competizione. Ciò che mi lascia perplesso è la valutazione dell’Associazione Industriale sul riconoscimento dell’Area di Crisi e sulla vertenza aperta con il Governo per giungere all’Accordo di Programma teso a rilanciare lo sviluppo economico nel Distretto Produttivo Bojano – Isernia – Venafro.
Il Molise ha avuto un drastico taglio dei fondi strutturali europei per il 2014-2020, come attesta la riduzione da 102 milioni del 2007-2013 ai 47 milioni per il 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo. Con tale contrazione che si somma al taglio dei trasferimenti nazionali è arduo ipotizzare una ripresa socio – economica regionale solo con la riforma dei nuclei industriali, della Finmolise e di Sviluppo Italia che pure andranno fatte con celerità ed efficacia. Dare per scontato che l’Area di Crisi è stata già riconosciuta è un errore strategico gravissimo perché a Roma non ci sono fondi e ogni cavillo è buono per giustificare il diniego dell’Accordo di Programma al Molise.
Dividerci non è utile ci allontana da un obiettivo strategico che abbiamo condiviso il 7 agosto ovvero meno di un mese fa.
Area di Crisi . Petraroia: dividerci non è utile
Commenti Facebook