Ricorrendo, pur con estremo rispetto e rifuggendo da qualsiasi atteggiamento blasfemo, alla sequenza che tutti conoscono dei “Dieci comandamenti”, la Uil Molise evidenzia impegni e impostazioni affinché siano colte appieno le opportunità che derivano dal riconoscimento dell’area di crisi nel distretto “Bojano-Isernia-Venafro”
Ascolta Molise!
Io sono la tua Area di Crisi:
I Non avrai uno strumento simile all’infuori di me. Un’occasione così non si ripete facilmente e non è data a tutti: non sprecare le opportunità per fare ripartire il Lavoro, per rilanciare l’economia e rafforzare la coesione sociale. Obiettivi strategici, chiari e condivisi, senza dispersione e polverizzazione delle risorse, senza interventi clientelari
II Non nominare il nome dell’Area di Crisi invano. Non è che tutto, dalla situazione pasticciata delle partecipate alla sanità tutta da ripensare, dal recupero di efficienza della pubblica amministrazione alle difficoltà del manifatturiero e dell’edilizia, si può risolvere con l’Area di Crisi: impégnati su questi altri fronti con altri strumenti
III Ricordati di santificare le feste. Si programma uno sviluppo economico di qualità tenendo in giusta considerazione il diritto al riposo, valorizzando i tempi per la famiglia e per la vita sociale dei lavoratori
IV Onora il padre e la madre. I pensionati e gli anziani sono una grande ricchezza della comunità molisana: per l’esperienza e l’affetto trasmessi a figli e nipoti, per il sostegno morale ed economico nelle famiglie, per la loro voglia di protagonismo. L’Area di Crisi deve rappresentare un’opportunità anche per loro così come per tutti i soggetti deboli di questa regione
V Non uccidere. Non c’è vero sviluppo economico e Lavoro di qualità se questo non è progettato combattendo il lavoro nero, irregolare e sotto retribuito, se il benessere globale del lavoratore non è protetto, salvaguardato, tutelato dentro e fuori le aziende
VI Non commettere atti impuri. Niente inciuci della politica per ricollocare, in consigli e comitati ben gettonati, presunti “esperti”, tromboni o trombati, profittatori e imprenditori “prenditori”. Questa volta solo scelte di qualificate competenze, di qualità ed equilibrio, di sensibilità sociale e attaccamento a questo territorio
VII Non rubare. Nulla da aggiungere
VIII Non dire falsa testimonianza. Pieno coinvolgimento delle Parti sociali, ascolto degli Amministratori locali, partecipazione dei cittadini, informazione, chiarezza e trasparenza in tutti i processi e per tutte le decisioni. Le solite balle o mezze verità: no grazie!
IX Non desiderare la donna d’altri. Le donne sono la grande forza inespressa di un Molise in ginocchio. Ripartire dalla loro capacità e dinamismo, valorizzare le loro intelligenze, esperienze e sensibilità per costruire con loro le opportunità di buona occupazione al femminile. Al Molise bastano le sue donne per ripartire davvero!
X Non desiderare la roba d’altri. Finora si è tamponato con un po’ di ammortizzatori sociali e “politiche passive del lavoro”, ora è il momento di girare pagina con investimenti pubblici e privati, ottimale utilizzo delle risorse europee, attrazione di imprenditori veri. Restituire un’occupazione a tutti coloro che hanno perso il lavoro in questi anni, costruire una prospettiva per i tanti precari e per i giovani, riqualificare i lavoratori, prevedere agevolazioni e sgravi fiscali e contributivi per i nuovi posti di lavoro. Progettare uno sviluppo equilibrato e sostenibile che offra un’opportunità concreta per ogni molisano
Area di crisi: il decalogo della UIL
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