Nella produzione artistica di Antonio D’Attellis convivono, senza collidere, due anime caratterizzanti, la prima di natura romantica, la seconda di matrice chiaramente neorealista. Non in collisione in quanto l’artista produce il suo sentire rappresentando la drammaticità e talvolta la crudezza del Neorealismo così come nel cinema del dopoguerra hanno fatto Maestri del calibro di Visconti, Monicelli e Fellini.
Da questo punto di vista Antonio D’Attellis è un artista di strada nella misura in cui lui stesso respira gli umori della strada e dalle variegata umanità che anima città, vicoli, piazze e palazzi. Il suo evidente richiamo a Pasolini nella letteratura e a De André nella musica è testimonianza del suo modo di intendere l’esistenza, della sua attenzione alle problematiche degli ultimi dei disadattati, in ogni caso di persone fuori dall’ordinario.
Speculare a questa visione realistica del mondo è la sua natura romantica testimoniata in numerose opere sotto forma di paesaggi sfumati, di architetture languide, di volti rassegnati alla crudezza della vita che spezza i loro sogni. Turner, Constable e i romantici francesi alla Delacroix sono fiammeggianti nelle scelte cromatiche e nelle linee che sconfinano sulla tela in flutti spumeggianti o cieli turbolenti piuttosto che in rappresentazioni di stampo epico.
In D’Attellis, pittore marcatamente Italiano, vive la tradizione dei giganti del Rinascimento, i suoi affreschi ne sono testimonianza parlante, non può essere rimasto estraneo ad un capolavoro quale la Scuola di Atene.
Allo stesso tempo la sua pittura, via via sempre più materica assume una dimensione di affresco contemporaneo nel senso che, su una architettura pittorica di stampo classico prendono forma e vita personaggi e ambientazioni di straordinaria attualità.
L’ artista predilige i non luoghi, il non definito, l’incompiuto quasi fossero elementi costituenti del proprio io, in una continua ricerca di se stesso e nel rifiuto del tempo che tutto travolge. Lui stesso afferma che la valenza di un pittore non è nel trovare una forma espressiva definitiva quanto piuttosto nella continua sperimentazione anche sotto il profilo delle tecniche e dei materiali.
La mostra “Ritratto D’Artista” cerca di ripercorrere le varie fasi della sua vita dalla paesaggistica alla pittura d’ambiente, dalla ritrattistica al non finito fino alla pura astrazione con divagazioni di natura concettuale.
Questo è il mondo di Antonio D’Attellis pittore di paesaggi, di volti, di anime e di amori incompiuti. Nota critica di Carmen D’Antonino (Storico dell’arte)
BIOGRAFIA
Antonio D’Attellis nasce a Campobasso il 18 febbraio 1946. Negli anni ‘60 studia a Napoli presso il Liceo Artistico. Da Napoli si trasferisce a Genova dove frequenta L’Accademia Albertina, presso il famoso critico d’arte Gianfranco Bruno. In seguito si sposta a Venezia dove rimane folgorato dall’architettura veneziana e dalle atmosfere fumose tipiche della pittura romantica. Nel ‘68 ritorna a Milano e partecipa ad importanti esposizioni d’arte con diversi colleghi tra cui Gianfranco Ferroni, Bernardino Luino, Ruggiero Savino e tanti altri emergenti.
Sempre a Milano conosce Mario de Micheli che lo porta a esporre alla Biennale di Venezia e nella quadriennale di Roma. Al contempo, partecipa, con un altro gruppo di artisti, al premio Leone di Pietra”, da lui vinto. Nelle sue peregrinazioni artistiche a Trieste conosce Franco Basaglia attraverso il quale traduce in forma quello che Basaglia tradusse in Legge: il disagio mentale, la pazzia e la problematica dei manicomi. Espone un suo quadro al Museo della Follia di Salò in una mostra curata dal Prof. Vittorio Sgarbi con artisti del calibro di Ligabue, Ghizzardi e Freud.
Ritorna a Milano dove con altri artisti partecipa a diverse iniziative e mostre. È in questo momento che D’Attellis attua uno studio sulla ricerca di materie prime: cartone, plastica, cenere che ben rappresentano gli ultimi. Una tematica a cui l’artista è molto interessato. Successivamente l’artista si sposta a Los Angeles dove come designer affresca e completa due ville di noti imprenditori: Villa Flora e Villa Scilavnas.
Al suo rientro a Campobasso, città nativa, e definita da lui stesso come “città dormitorio”, esegue lavori per la Farmacia Caruso, la casa di Francesco Manocchio, tutti decorati con la tecnica dell’affresco riprendendo il tocco mille quattrocentesco del grande Maestro Piero Della Francesca. Da quel momento in poi D’Attellis opera nella sua città nativa dove sviluppa la sua ricerca pittorica presso il Prof. Pettinicchi e Paglione. Secondo l’artista la sua è una ricerca che non smetterà mai di evolversi, ma al contrario in essa si mescolano emozioni sempre diverse con un’indagine improntata sul suo stato dell’essere.
Antonio D’Attellis
Ritratto d’artista
a cura di Carmen D’Antonino
Inaugurazione 27 aprile 2019 ore 18.30
Spazio Arte Petrecca
Corso Marcelli 180 – Isernia
Organizzazione Spazio Arte Petrecca con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Molise e del Comune di Isernia
Dal 27 aprile al 12 maggio 2019
Orari: dal mercoledì al sabato 17:00-20:00 – domenica su prenotazione