L’ambiente, l’alimentazione e la suscettibilità genetica sono tre componenti alla base dell’insorgere di un tumore. Nel corso del terzo seminario organizzato dall’associazione “La Rete”, che segue da vicino i malati oncologici, è stato fatto il punto sulla cosiddetta predisposizione genetica e le strategie di prevenzione ad oggi disponibili. La dottoressa Aida Di Stefano, oncologa presso La Cattolica di Campobasso, ha precisato che non si eredita il cancro in senso stretto, bensì un’attitudine a contrarre la malattia. E in questo caso si può attenzionare la persona a rischio mediante “sorveglianza, prevenzione e terapia”.
“Per valutare se un soggetto è particolarmente esposto – ha proseguito la dottoressa – si analizza la storia familiare del paziente. Il grado parentale e il numero delle persone colpite da tumore nell’ambito della stessa famiglia, costituiscono dei parametri per calcolare la percentuale di rischio relativo. La fase successiva consiste nel consigliare il paziente a sottoporsi al test, ovvero ad un semplice prelievo di sangue. Dunque la prevenzione dei tumori oggi è una realtà clinica. Però -ha concluso Aida Di Stefano- è molto importante anche la collaborazione fra il radiologo, l’oncologo e lo psicologo, perché coloro che vivono tale condizione, nell’ansia, sono psicologicamente molto fragili. A tal fine sto lavorando su un progetto interdisciplinare da introdurre alla Cattolica”.
Il dottor Francesco Giuliani, senologo presso il Centro radiologico Potito, ha rimarcato che la cosiddetta prevenzione secondaria (per i soggetti a rischio), ossia l’anticipazione diagnostica di un tumore al seno, può salvare la vita a tante donne. Non a caso la riduzione della mortalità oggi si stima fra il 60/65 per cento. “Tuttavia – ha aggiunto il senologo – consiglio a tutte le donne, di età compresa fra i 40 e i 60 anni, di sottoporsi allo screening di routine che consiste in una ecografia, mammografia e visita, da eseguire costantemente e con periodicità. Invece per le under 40 sarebbe opportuna la risonanza magnetica mammaria. Dunque – ha sintetizzato lo specialista – per vincere il cancro bisogna cercarlo. I nuovi mezzi ci consentono di individuare anche tumori molto piccoli. E l’intervento chirurgico non è devastante come lo era anni fa. Perciò la malattia va vissuta con serenità, in quanto si può combattere”.
Il prossimo appuntamento del ciclo “il mercoledì della prevenzione” è in calendario al 9 dicembre, alle 17.30, presso la Fondazione Potito in via Conte Verde, per affrontare il tema: “Alimentazione, stile di vita e cancro”.
Rossella Salvatorelli
Anticipare una diagnosi di tumore può salvare la vita
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