Annuncio investimento Stellantis, la CGIL Molise chiede: ho vinto qualche cosa?

L’annuncio fatto nelle scorse ore da Stellantis relativo all’arrivo negli stabilimenti di Termoli di un cambio per
motori ibridi, la cui produzione dovrebbe partire nel primo semestre 2026 (…visti i precedenti il condizionale è
d’obbligo!), ha scatenato una serie di reazioni trionfalistiche che hanno fatto tornare alla mente di chi scrive un
famoso sketch televisivo degli anni ‘90. Il simpatico comico di “gialappiana” memoria insisteva nel fare la
domanda : “ho vinto qualche cosa?”. Poi, sorridendo, si dava da solo la risposta con un altrettanto simpatico
interrogativo”…niente? Niente?”. A dire il vero questo annuncio di investimento, se proprio non è equiparabile
a niente, appare veramente poco rispetto alle aspettative che si erano create per la zona industriale di Termoli
solo qualche tempo fa. Sinceramente, l’entusiasmo mosso da più parti, sembra eccessivo se si considera che la
produzione promessa garantirebbe, a regime, l’impiego di circa 300 lavoratori, un sesto di quelli impegnati
nello stabilimento basso molisano.

Sia chiaro che per il Molise, considerate le congiunture economiche e
sociali, anche un solo posto di lavoro è importante e che troppo spesso si è costretti a fare patti anche con i
diavoli – i troppi che già c’erano e quelli che man mano sono arrivati – per la salvaguardia di ogni livello
occupazionale. Con altrettanta onestà intellettuale sento di dire che la mobilitazione da noi proposta ha
contribuito minimamente a determinare scelte industriali e strategiche in generale che, ancora oggi, lasciano
poche certezze per il futuro lavorativo di centinaia di donne e uomini e per le prospettive di sviluppo di questa
Regione. Resta la convinzione che la gravità della crisi diffusa che stiamo vivendo avrebbe meritato momenti di
maggiore partecipazione e adesione di TUTTE le lavoratrici e lavoratori (…e non solo…) per provare a
determinare un reale contrappeso contrattuale nella nuova dimensione, oserei dire globalizzata, che si sta
delineando nel conflitto tra capitale e lavoro. Direbbe Maurizio Landini che ci vorrebbe una rivolta sociale… ma
pare che questa frase risulti indigesta ai soliti manovratori ! ! ! Detto questo, visti i precedenti appunto, ci
aspettavamo maggiore prudenza nel salutare trionfalisticamente annunci proposti da multinazionali non
sempre affidabili, che sono orientate più a scelte di mero profitto che a responsabilità sociale d’impresa anche
verso il territorio. Forse sarebbe anche il caso di rappresentare un’idea più chiara di quali siano i piani
industriali nazionali proposti per parte governativa, quali sono gli investimenti in ricerca e innovazione da
mettere in campo e quali sono le idee sempre nazionali da portare in ambito europeo per affrontare le sfide
della transizione ecologica ed energetica e magari sarebbe opportuno non presenziare (vantandosene anche !)
alle rappresentazioni folcloristiche e retrograde di chi, da oltreoceano, propone dazi e destabilizzazione delle
produzioni e del mercato sbandierando lo slogan “America first”.

In chiave locale, considerata l’inflazionata
menzione di attrattività degli investitori, si dovrebbe almeno iniziare a proporre una politica energetica degna
di questo nome, chiarire quali sono le programmazioni per le infrastrutture strategiche per il territorio,
indicare come la messa a terra dei fondi delle diverse programmazioni possa favorire uno sviluppo locale che
tenga presente i diversi contesti. Crediamo che sia giunto il momento di smetterla di proporre pane e
propaganda che non è cibo gradito da nessun palato e, in particolare, non è gradito dal palato di lavoratrici e
lavoratori. Da parte sindacale, apprezziamo l’unica cosa positiva che si è riscontrata in questi mesi e cioè la
volontà di condividere il problema e le eventuali soluzioni almeno con un pezzo dell’attuale maggioranza
politica Regionale. In questa direzione abbiamo apprezzato l’istituzione di una cabina di regia permanente per
l’automotive e per l’indotto concordata con il presidente della Regione e gli stessi apprezzamenti rivolgiamo
all’onestà intellettuale dell’assessore Di Lucente che, fornendo alcune garanzie rispetto a proposte sindacali
avanzate, ha riconosciuto, nel corso di un recente incontro, la limitatezza dei risultati finora raggiunti
paragonandoli a “una goccia d’acqua in un oceano infinito”. La CGIL, insieme ai sindacati confederali, ha
chiesto da tempo alcuni provvedimenti come l’interazione tra le diverse Regioni, in primis il vicino Abruzzo, per
le questioni legate allo sviluppo dei settori industriali e dell’automotive in particolare. In questa direzione, in
sinergia con le nostre strutture nazionali, si sta lavorando, anche in questo caso in maniera condivisa con un
pezzo del Governo Regionale, per provare a definire le condizioni per l’individuazione di un’area di crisi

complessa Abruzzo-Molise considerate le particolarità e le difficoltà che caratterizzano la zona industriale della
Val di Sangro e del termolese. La politica, anche quella Regionale, ha bisogno sicuramente di capacità
programmatoria possibilmente condivisa ma anche di un po’ di serietà e sobrietà soprattutto quando si
ragiona della carne viva di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori di questa terra. Il consiglio da dare a
tutti, richiamando l’originale scenetta del “ho vinto qualche cosa”, ricordando anche in questo caso una nota
pubblicità degli anni ‘90, è che prima di mettere in bella mostra “i cappellini, i materassini e gli orologioni
zazà” sarebbe forse meglio accertarsi che gli stessi siano stati realmente vinti.

Il Segretario Generale CGIL MOLISE
Paolo De Socio

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