Anief: Il bluff dei CPIA (Centri d’istruzione per gli adulti)

Dal piano di dimensionamento regionale sono scomparsi i CTP ( Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta) e non c’è traccia dei nuovi CPIA.Dopo tanto travaglio, poco prima di Natale, la Regione Molise ha partorito il piano di dimensionamento scolastico regionale che prevede un riassetto delle istituzioni scolastiche mirato alla riduzione delle autonomie e alla fine delle scuole dimensionate e date in reggenza. Data la conformazione del territorio molisano ci saranno, ovviamente, istituti comprensivi che comprendono scuole situate in una decina di comuni diversi e che ciò nonostante, non raggiungono il numero di alunni previsto per legge.

Le nuove geometrie della rete scolastica molisana sono il frutto di difficilissimi equilibri tra comuni che non intendevano rinunciare alla scuola, lunghe battaglie per la conservazione delle autonomie e, con esse delle presidenze, idiosincrasie personali e di gruppo nei confronti degli accorpamenti. Siamo un popolo litigioso sebbene l’oggetto del contendere non sia quasi mai il bene collettivo.
Tra tagli, accorpamenti, autonomie rinnovate e ampliate, ci si è completamente dimenticati l’istruzione agli adulti. Non c’è più traccia dei CTP, i vecchi Centri Territoriali Permanenti, non c’è alcuna traccia dei nuovi CPIA, i Centri Provinciali per l’Istruzione agli adulti.
In base al Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti (CTP), ivi compresi i corsi serali (DPR 263), i CTP avrebbero dovuto lasciare il posto alle nuove entità autonome, i Centri Provinciali per l’Istruzione agli Adulti entro agosto 2015.
La finalità dichiarata del riassetto è sempre la stessa, quella di tutte le recenti riforme della scuola: “una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico.”
Il Regolamento è in vigore dal 25 febbraio 2013; i Centri Territoriali per l’educazione agli adulti, cesseranno di esistere per lasciar spazio alle nuove entità chiamate CPIA il 31 agosto 2015. A fare da pendant alla finalità sopra dichiarata, “dall’attuazione del presente regolamento non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.”  Dunque i CTP aggregati alle istituzioni scolastiche dovranno lasciare il posto ad istituzioni autonome, più complesse e complete senza costi aggiuntivi.
Come si traduce tutto ciò nel piano di dimensionamento scolastico che la Regione Molise ha finalmente varato ed approvato il 17 dicembre 2013 ?
CPIA attribuiti dal MIUR alla regione Molise: ZERO!!! Dei vecchi, ma ancora esistenti CTP, nessuna traccia nelle tabelle che elencano le nuove autonomie scolastiche.
Il CTP di Campobasso, associato all’Istituto Comprensivo Montini, è scomparso dal nuovo istituto comprensivo “Montini”. Il CTP di Isernia, finora aggregato alla Direzione Didattica Primo Circolo (Giovanni Bosco) non compare nel nuovo I. C. San Giovanni Bosco che ingloba due scuole primarie e l’ex scuola media “Andrea D’Isernia”.
Rimane traccia soltanto dell’esistenza della Casa Circondariale – sede di Larino, associata all’Istituto Professionale Servizi Alberghieri di Termoli.  
Il personale docente delle scuole carcerarie fa parte dell’organico dei Centri Territoriali Permanenti. In Molise risulta esserci una sola scuola carceraria, benché anche i docenti del CTP di Isernia insegnino presso la Casa Circondariale della città, in un nuovo corso ibrido che avrebbe dovuto in futuro, presso i nuovi CPIA, sostituire le vecchie scuola primaria e Licenza Media.
Insomma, come al solito, incoerenze, incongruenze, differenze non giustificabili neanche con norme di legge che spesso anziché fare chiarezza e portare verso la standardizzazione, lasciano ulteriori ‘vuoti’.  
Nel nuovo Regolamento sulla riorganizzazione dei “Centri” è stata completamente dimenticata la scuola in carcere. Paradossalmente, a nostro avviso. Nello stesso anno, 2012, è stato firmato il tanto atteso Protocollo di Intesa tra il Miur e il Ministero della Giustizia dal titolo promettente “Programma Speciale per l’Istruzione e la Formazione negli Istituti Penitenziari”. Nessun raccordo tra i due testi.
Dunque, fondi per i nuovi CPIA autonomi, zero. Linee guida, nuova modulistica standardizzata, ancora in cantiere. Nel frattempo, continuiamo a fare ‘ognuno come meglio può’, per nascondere la mancanza di idee veramente innovative, di mezzi e strumenti, di volontà politica, di progettualità competente.
Molto più comodo fare l’ennesima RIFORMA, emanare altri decreti, mettere in cantiere un altro chimerico Testo Unico sulla scuola con la pretesa si semplificare il caos volutamente creato in questi anni.   
Senza disturbare la tanto citata e ultimamente vituperata Costituzione, basta guardare al testo della “Riforma del mercato del lavoro” del giugno 2012,  ai vari rapporti OCSE sul grado di alfabetizzazione del nostro paese, ai rapporti sull’educazione degli adulti in Europa, alle raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio europeo sull’apprendimento permanente per capire quanto il nostro Paese abbia bisogno che i vecchi CTP o i nuovi CPIA  funzionino e funzionino bene.
L’apprendimento permanente è una condizione necessaria dell’invecchiamento attivo e dell’esercizio della cittadinanza attiva, anche da parte degli immigrati, se la nostra vuole essere una vera società della conoscenza dove tutti i cittadini hanno accesso all’informazione, alla formazione e alla partecipazione; è condizione necessaria per l’accesso al e la permanenza in un serio ed efficiente mondo del lavoro che tenda alla piena occupazione e alla realizzazione della persona.
Le persone devono poter costruire i loro percorsi di apprendimento “formale, non formale e informale”, vederli riconosciuti e certificati da un sistema standard nazionale e poter fruire dell’orientamento per tutta la vita. I docenti devono essere formati per realizzare tali obiettivi.
I CTP con tutte le loro carenze di mezzi, risorse umane e materiali, in perenne attesa di una riforma che appena arrivata è già inadeguata e incongruente pur costituivano il nucleo, il punto di partenza per qualsiasi percorso serio e completo sull’educazione permanente si volesse finalmente realizzare in questo paese.
Nella Regione Piemonte, per fare soltanto un esempio, nasceranno 16 CPIA. Il Piemonte ha, ovviamente tutti altri numeri. Ma quando si tratta di dati numerici, quelli del Sud vengono elaborati soltanto per spietate quanto semplificate e imprecise classifiche sulla qualità dei risultati, dimenticando quanto alla scuola del sud sia stato ‘selvaggiamente’ tolto in questi anni: infrastrutture e strutture assolutamente inadeguate quando non ‘pericolose’, strumenti e sussidi, multimedialità,  ingiustificati squilibri nei numeri del personale in servizio a tempo indeterminato, abbandono del settore dell’istruzione agli adulti.  
Il Molise ha bisogno quanto e più di altre regioni del potenziamento di un istruzione agli adulti di qualità. Non potendoci accontentare sulla qualità, hanno ben pensato di tagliare il problema alla radice, privandoci dei nuovi CPIA.

Direttivo Regionale Anief Molise  (molise@anief.net)

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