“Sono molto soddisfatta che per la prima volta nello statuto dell’Anci entra un principio europeista che ho avanzato come delegata alle politiche comunitarie dell’Anci, il quale prevede la partecipazione dei comuni italiani ai processi decisionali europei, in particolare attraverso il Comitato delle regioni e delle autonomie locali, dove siedono i rappresentanti dell’Associazione dei Sindaci”. Lo ha detto Micaela Fanelli, delegata Anci alle politiche comunitarie, a margine dei lavori a Milano della XVII assemblea congressuale dell’Associazione.
“La nuova previsione statutaria – ha proseguito Fanelli – ha permesso un metodo di lavoro che valorizza il raccordo di chi siede nel comitato delle regioni, in rappresentanza dell’Anci rispetto alle posizioni associative; non si sta uti singoli ma si sta anche lì in Europa a rappresentare tutti gli 8.000 comuni italiani”. “E’ necessario valorizzare con forza in Europa il ruolo della delegazione italiana – ha aggiunto Fanelli – perché anche le politiche dei Comuni sono decise a livello europeo. Non mi riferisco solo ai fondi strutturali e alle politiche di coesione che sono ormai le uniche risorse anche per i comuni per fare investimenti, ma altresì alle politiche finanziarie e alle riforme istituzionali”. “Questo nuovo articolo dello statuto – ha rimarcato Fanelli – va in tale direzione perché fissa per la prima volta un principio importante che demanda un metodo di lavoro collegiale e più stringente fra i membri del comitato delle regioni, espressione dell’Anci e le altre delegazioni in rappresentanza dell’Italia. Ciò sarà fatto – aggiunge – con un documento successivo redatto dai delegati e approvato dall’ufficio di presidenza Anci. Ringrazio per questo chi ha votato lo statuto – ha concluso -, il Presidente dell’Anci e la commissione statuto che hanno ritenuto di dover validare questa impostazione”.