I tre poli dominanti della politica italiana sono nemici dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari e dei disoccupati, e il conseguente disastro sociale si sta abbattendo anche sulle masse popolari molisane, oggi gestito localmente dal governo Frattura, in perfetta continuità con il precedente governo Iorio.
Il governo Renzi si conferma come il governo più reazionario del dopoguerra italiano. Non solo ha regalato al padronato i licenziamenti senza giusta causa, i contratti a termine senza causale, il demansionamento, detrazioni di tutti i tipi. Non solo ha colpito la scuola pubblica, tagliato la sanità, negato i contratti del pubblico impiego per finanziare l’abolizione di Imu e Tasi sulle case di lusso. Oggi prova a varare una riforma istituzionale che concentra i poteri nelle mani del Capo del Governo, a scapito di Parlamento e opposizioni. È un aspirante Napoleone Bonaparte, alla ricerca con il prossimo referendum di un plebiscito che gli consegni definitivamente il potere.
Salvini ammicca furbescamente ai lavoratori nel nome dell’opposizione alla Fornero, per far dimenticare che la Lega di governo ha varato nei decenni le peggiori misure contro le pensioni (da Dini a Maroni) e a favore della precarizzazione. Utilizza la miseria sociale che ha contribuito a produrre, per dirottare la rabbia dei lavoratori e delle lavoratrici, come dei settori popolari impoveriti, contro chi fugge dalla fame e dalle guerre. Applaudendo alla nuova campagna di Libia del governo Renzi (a rimorchio dell’Eni). I capitalisti ringraziano, anche dal Molise.
Grillo e Casaleggio si presentano come l’opposizione alla casta, per nascondere il proprio progetto. Quello di una Repubblica plebiscitaria governata dalla Rete, sotto il proprio controllo: dove il lavoro è rimpiazzato dal reddito di cittadinanza (perchè tanto il lavoro non c’è più e non serve difenderlo) e il sindacato in quanto tale viene abolito (perché è cosa dell’800). Per realizzare questa specie di …califfato, il M5S ha finito con l’appoggiare la riforma elettorale di Renzi sino ad opporsi ad ogni sua modifica: perché solo una legge elettorale così reazionaria potrebbe consentire a Casaleggio di accedere al potere.
Queste tre Destre in lotta tra loro si sono nutrite dell’assenza di una vera opposizione: l’opposizione di classe e di massa dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, dei disoccupati. Una opposizione che di fatto è stata dispersa dalla burocrazia sindacale, incapace di reagire contro un governo che la tiene sotto schiaffo. Un’opposizione privata di rappresentanza politica da gruppi dirigenti della sinistra, che prima hanno tradito i lavoratori e le lavoratici in cambio di ministeri, poi li hanno abbandonati per inseguire i Di Pietro e gli Ingroia, infine si disputano gli uni contro gli altri le macerie che hanno prodotto. Sempre con la speranza di poter essere un giorno di nuovo reimbarcati dal PD.
Occorre ricostruire, anche nel Molise, l’opposizione di classe e la sua rappresentanza, sull’unico terreno possibile: quello della lotta contro il capitalismo. Per un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che liberi la società dalla dittatura dei capitalisti e di tutti i loro ciarlatani. Quelli di governo e quelli di opposizione. Il Partito Comunista dei Lavoratori – anche nel Molise – è impegnato ogni giorno in questa impresa.
Di Clemente Tiziano – PCL Molise