Anche dal Molise si chiede un grande sostegno per la manifestazione nazionale e lo sciopero indetto da FIOM, FIM, e UILM. Contro Federmeccanica. Il padronato, infatti, sta tentando di smantellare definitivamente il CCNL: vogliono un salario minimo di garanzia (comprensivo di tutte le voci e di tutte le sue componenti, solo per il 5% dei lavoratori e delle lavoratrici), per concentrare stipendio e controllo del lavoro negli accordi aziendali; vogliono generalizzare il modello Marchionne, introducendo pure un tetto, per frenare anche la possibilità (dove possibile) di conquistare qualcosa in più nelle fabbriche.
Ma se scioperare è giusto, oggi non è chiara la piattaforma. Su che base infatti è costruita questa nuova unità tra FIOM, FIM, e UILM? Nessuno sa più quali sono le richieste per cui si sciopera e i vertici sindacali stanno già trattando, senza mandato, sulla piattaforma di Federmeccanica. Non è allora con queste 4 ore di lotta, senza obbiettivi, che si può fermare questo attacco ai diritti ed ai salari di lavoratori e lavoratrici. Un attacco che parte dai nuovi rapporti di forza creati dal Job Act (libertà di licenziamento, telecontrollo e demansionamento), su cui tutti i sindacati hanno ceduto lo scorso anno, compresa la stessa FIOM che ha interrotto nel vuoto la mobilitazione. Un attacco che prepara il terreno alla revisione del sistema contrattuale, grazie ai poteri che Renzi spera di conquistare con il plebiscito Costituzionale in autunno.
Eppure in questi mesi le lotte nelle fabbriche si sono moltiplicate: Ilva, Gela, Castelfrigo, UPS, SAME, ecc.
Lotte talvolta sotto il segno della divisione, talvolta sotto quello dell’unità. Troppo spesso, comunque, lotte disperse. La resistenza può avvenire solo con la ricomposizione, come sta succedendo in Francia in questi settimane contro il Job Act di Hollande.
Per questo serve ricostruire un vasto fronte contro governo e padronato, che inneschi un movimento di lotta determinato e prolungato.
Per questo bisogna però esser conseguenti. La FIOM oggi non lo è. Mentre chiama allo sciopero, infatti, ha smobilitato la lotta contro il modello Marchionne in FCA (sostenuto da FIM e UILM, oggi in piazza tutti insieme). Ha smobilitato il conflitto sull’organizzazione del lavoro, su turni, straordinari, sfruttamento. Infatti, Landini ha promosso un procedimento disciplinare contro i delegati FIOM degli stabilimenti del centro sud, che per mesi hanno lottato contro gli straordinari comandati. Non perché questi scioperi non funzionassero. Perché davano fastidio.
Ad esempio a Termoli, un corteo interno ha costretto FCA a sospendere i sabati comandati. Nello stesso tempo, per rivalsa, ha tolto il distacco a Sergio Bellavita, coordinatore della minoranza FIOM e CGIL, reprimendo pluralismo e dissenso interno.
Riprendere la lotta è giusto, ma questa lotta deve essere chiara e determinata.
Le piattaforme presentate da FIOM, FIM, e UILM sono insufficienti: bisogna superare questa disastrosa unità al ribasso. Si devono quindi mettere in campo tutte le forze per sviluppare un programma adeguato allo scontro in atto contro padronato e governo, e ricomporre un grande fronte di iniziativa, contro Marchionne Federmeccanica e Renzi.
PCL MOLISE – nucleo operaio di Termoli