La Rete dei Comitati ed Associazioni del Molise impegnata da anni a salvaguardia del territorio e contro le devastazioni ambientali prodotte da impianti impattanti, in particolare per ciò che attiene le discariche di rifiuti e l’eolico selvaggio, prende atto con allarme dell’ennesimo operazione di una Direzione Distrettuale Antimafia che coinvolge la nostra regione con arresti, società e attività bloccate, e punti di domanda sempre più inquietanti.
Una parte considerevole dei 14 miliardi annui trattenuti a tutti i cittadini italiani sulle Bollette ENEL viene destinata ad incentivare l’installazione di impianti di produzione energetica alimentando una distorsione che provoca nel settore dell’eolico selvaggio la scelta di aree con bassa o modesta ventosità.
Come è noto con il traffico dei certificati verdi si è aperto un mercato che rende conveniente installare mostri eolici alti anche 150 metri sui crinali più belli del Centro-Sud perché si commercia sulla potenzialità teorica di produzione da fonti rinnovabili più che su un investimento nelle tecnologie più moderne tese a ridurre l’impatto ambientale e moltiplicare la quantità d’energia prodotta.
In ballo ci sono miliardi di introiti annui che poco hanno a che fare con la necessità di sostituire le fonti possibili con energia pulita, tanto è vero che qualora il mercato fosse privo dei 14 miliardi pagati dagli utenti direttamente sulle bollette, nessun imprenditore alzerebbe una pala eolica in aree del Sud dove soffia poco vento.
Come spesso capita in Italia, al cospetto di affari miliardari, la criminalità organizzata non resta a guardare e sceglie di gestire parte di processi decisionali che possono essere adottati in base a leggi nazionali, con indifferibilità ed urgenza perché considerate di pubblica utilità calpestando le comunità locali e gli interessi dei territori.
In questo solco si sono mosse le Direzioni Distrettuali Antimafia della Sicilia, della Campania e, da ultimo, della Calabria con inchieste che hanno scoperchiato affari dell’eolico selvaggio che coinvolgono anche imprese molisane.
Per la nostra Rete di Comitati ed Associazioni il Molise ed il Matese meritano di essere salvaguardati ai sensi dell’art. 9 della Costituzione che tutela il Paesaggio come bene comune non negoziabile. Assistere al silenzio generale di una regione diventata afona quando è in ballo la legalità accentua l’allarme su una scarsissima attenzione sociale, culturale ed istituzionale, su infiltrazioni della criminalità organizzata sempre più preoccupanti.
Dedicare iniziative, riflessioni, seminari, incontri pubblici e promuovere mobilitazioni contro camorra, mafia, ‘ndrangheta e mafia foggiana, non è doveroso, ma è indispensabile se non si vuole consegnare anche il nostro territorio all’Antistato.
P/La Rete dei Comitati di Tutela Ambientale di Campania e Molise
Anna Spina
P/Italia Nostra Molise
Gianluigi Ciamarra
P/La GCIL Molise
Franco Spina