Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, assemblea regionale organizzata dal PRC

Venerdì 6 ottobre, alle 17:30. presso l’incubatore sociale, in via Mons. Bologna a Campobasso, si terrà un’assemblea regionale per avviare in Molise l’Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza. Dando seguito all’appello lanciato da Anna Falcone e Tomaso Montanari e alla successiva partecipatissima assemblea nazionale svoltasi al teatro Brancaccio a Roma. L’assemblea regionale, alla quale parteciperanno esponenti della sinistra politica e dell’associazionismo democratico, è organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista , con la partecipazione di esponenti della sinistra politica e dell’associazionismo democratico.
Come base sella discussione è stato elaborato da vari esponenti della sinistra politica e sociale il documento di cui riportiamo il testo:

Aderiamo all’appello per la democrazia e l’uguaglianza lanciato da Anna Falcone e Tomaso Montanari e al percorso avviato al Brancaccio, preparando, per l’inizio di ottobre, un’assemblea regionale di tutti coloro che intendano dare il loro contributo.
Con la straordinaria vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre, è stato fermato il tentativo di imprimere una torsione oligarchica all’impianto istituzionale della Repubblica. Si tratta ora di costruire un’aggregazione delle forze politiche di sinistra, dei movimenti e dell’associazionismo democratico, che assuma i valori e i principi (di giustizia sociale, di uguaglianza e di democrazia) della Costituzione come programma politico, per rovesciare le politiche neo liberiste che da un quarto di secolo imperversano nel nostro Paese. Tale processo va realizzato dal basso, attraverso un ampio coinvolgimento di soggetti e di persone, evitando il rischio di incorrere in un puro accordo tra apparati, peraltro più volte rivelatosi sterile.
All’indomani della vittoria referendaria, si è insediato il governo Gentiloni, che ha continuato il corso renziano, spesso peggiorandolo ( riproposizione per decreto dei voucher, politiche securitarie sul “decoro urbano”, gestione securitaria dell’immigrazione, traccheggiamento sullo ius soli). Ciò dimostra irrimediabilmente la natura di agente del neoliberismo del PD e rende ad esso subalterna ogni ipotesi di ridar vita al “centrosinistra” che avrebbe immancabilmente il proprio asse in questo partito.
E’ trascorsa un’estate terribile, che ha messo a nudo la fragilità e la vulnerabilità della nostra penisola, devastata dagli incendi, dalle conseguenze del dissennato e speculativo consumo di suolo e dell’abusivismo. In queste vicende è emerso l’arretramento dello Stato rispetto a proprie responsabilità primarie: lo scioglimento del corpo della forestale, necessario per la cura dei boschi e la prevenzione degli incendi, l’organico pesantemente sottodimensionato dei vigili del fuoco, la dotazione insufficiente dei mezzi per lo spegnimento degli incendi, il laisser faire programmatico nei confronti dell’interesse privato in spregio all’interesse pubblico e collettivo (tutti frutti avvelenati del dimagramento della funzione pubblica, perseguito con pari furore dai governi di “centrodestra” e di “centrosinistra”) e, da ultimo, last but not least, l’inserimento in Costituzione, con voto unanime, del pareggio di bilancio ne sono testimonianza.
Un’estate terribile, che ha visto un’ulteriore regressione del clima politico nel nostro Paese. Un’estate passata, dalle tre maggiori forze politiche del Paese ( PD, M5S e Lega) a farsi concorrenza nel fomentare la guerra tra i poveri, nell’indicare nel rifugiato e nell’immigrato il problema della nostra società, nell’alimentare una percezione di pericolo legato all’immigrazione che non ha nessun riscontro in dati reali. In questa concezione della competizione politica intesa come marketing che fa leva sulle peggiori pulsioni, il governo arriva a stipulare un accordo rischiosissimo con la Libia, paese ridotto allo stato tribale e in balia delle opposte fazioni, e il ministro degli interni, l’ineffabile Minniti, vara un regolamento per le ONG contrario al diritto internazionale, che non porterà alla diminuzione dell’esodo dall’Africa, ma all’aumento dei morti nel Mediterraneo.
E’ molto probabile che le elezioni regionali in Molise si svolgeranno in contemporanea con quelle nazionali. Nell’imminenza di questa importante scadenza dovremo misurarci con i problemi del nostro territorio (valorizzando anche i contenuti emersi dai primi seminari organizzati da “Uniti per La Costituzione”) in un’ottica di netta alternatività alle politiche del governo regionale uscente incentrato sul PD. Un governo organicamente legato alle lobbies affaristiche regionali, che si è mosso in piena continuità con le politiche neo liberiste promosse nazionalmente, e che, privatizzando servizi e beni essenziali, ha negato sostanzialmente diritti costituzionalmente rilevanti, primo fra tutti quello alla salute. Ne risultano aggravati la condizione economica, sociale, culturale e ambientale della regione, il deperimento e lo svuotamento delle aree interne e, pur in presenza di una spropositata cementificazione, la crisi abitativa che attanaglia i maggiori centri urbani.

Silvio Arcolesse, Michele Barone, Luigi Ciaraffa, Paolo Cimini, Antonio De Lellis, Francesco Di Lucia, Cinzia Di Pentima, Gian Mario Fazzini.

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