Dopo aver letto la presentazione dell’evento culturale, presentato nell’ambito del progetto ‘Ti racconto un libro’ dell’Unione Lettori Italiani (con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli e sostenuto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso e patrocinato dalla Provincia di Campobasso), ieri mi sono recato al Circolo Sannitico di Campobasso, con la giusta tensione di chi aspetta un dialogo serrato sui temi forti di un libro; invece la finalista del Premio Strega, Teresa Ciabatti è stata un fiume in piena, non ha lesinato battute a ripetizione, manifestando una simpatia derivante dalla sua naturale tendenza alla schiettezza. Abbiamo così appreso che un’autrice affermata, che da quel libro ha avuto notorietà e vendite copiose, in realtà vive come la ‘casalinga di Voghera’ (ma anche quella di Campobasso): riservata, dedita alla famiglia, scevra dal presenzialismo e lontana anni luce dalle nottate in discoteca o serate ‘Vip’. In sostanza un vero e proprio angelo del focolare. Veniamo al libro, “La più amata” per i tipi della Mondadori. Teresa rappresenta “la figlia, la gioia, l’orgoglio, l’amore del Professore”. Lui è Lorenzo Ciabatti, primario dell’ospedale di Orbetello; tutti lo amano, tutti lo temono, e Teresa è la sua figlia adorata. La bambina bella e coccolata è diventata una ragazzina fiera e arrogante, indisponente e disarmante. Ingrassa, piange, è irascibile, manipolatrice, è totalmente impreparata alla vita. Ma chi è Lorenzo Ciabatti? Il medico benefattore che ama i poveri o un uomo calcolatore, violento? Un potente che forse ha avuto un ruolo in alcuni degli eventi più bui della storia recente? Ormai adulta, Teresa decide di scoprirlo. Tutto, nei racconti famigliari, è riadattato, trasformato. E’ questa stessa contrarietà della verità a mostrare un solo volto, Teresa la ritrova quando si mette a scrivere, ossessivamente, prova a capire, ad aggrapparsi a un bandolo e risalire alle risposte. Teresa Ciabatti ricostruisce la storia di una famiglia e, con essa, le vicende di un’intera epoca. L’autrice ieri sera ha accantonato per poco tempo l’ironia, solo per spiegare che ad Orbetello adesso quasi non può mettere piede; il paese è offeso da questa ricostruzione, seppur fantasiosa, ha preso alla lettera i suoi scritti che, come detto, non si attengono alla cronaca degli eventi. Detto questo, Teresa Ciabatti, pur dispiaciuta, non se ne farà un cruccio, almeno crediamo. L’autrice collabora fattivamente con il “Il Corriere della Sera” e con “la Lettura”, dove non lesina storie e notizie interessanti, ‘condite’ con la simpatia che ha manifestato anche al Sannitico.
Stefano Manocchio