Agguato nel foggiano, Petraroia: l’area a rischio è più vasta e comprende anche il Molise

Nel mentre imperversano le sagre paesane e si rincorrono ridde di voci su alleanze, schieramenti e candidature, a due passi dal Molise la mafia continua a sparare e ammazza altre 4 persone con un ferocia impressionante. Insieme al boss Mario Luciano Romito e a suo cognato Matteo De Palma, vengono rincorsi e freddati due contadini di San Marco in Lamis, i fratelle Luigi e Aurelio Luciani di 47 e 43 anni, colpevoli di aver assistito all’esecuzione mafiosa. Dall’inizio dell’anno sono stati brutalmente assassinati 17 persone in una faida che non accenna a placarsi e senza che le istituzioni riescano a riprendere il controllo del territorio. La situazione è grave e domani sarà a Foggia il Ministro dell’Interno Minniti per presiedere il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ma in realtà l’area a rischio è più vasta della provincia di Foggia e tocca da vicino la nostra regione sia nell’area costiera che nel circondario di Campobasso.

E’ notizia di dieci giorni fa che un boss di Foggia ha scelto di scontare i domiciliari a Campobasso nel mentre tutti ricordano che l’auto con cui i mafiosi spararono sulle vetture delle Forze di Polizia a San Severo era stata rubata a Termoli. Il Molise è facilmente raggiungibile, può offrire occasioni di investimento per il riciclaggio o per spacciare droga, può servire per nascondersi o più banalmente come retrovia per organizzare parte delle azioni criminali. Occorre una forte cooperazione tra Magistratura, Forze dell’Ordine, Istituzioni e Direzioni Distrettuali Antimafia, che agevoli il coordinamento di iniziative unitarie di contrasto alla mafia foggiana, alzando lo sguardo sui rischi che corre la nostra regione e mobilitandosi a sostegno delle attività di prevenzione e controllo del territorio condotte alacremente dalle Procure e da Carabinieri, Finanza e Polizia.

Michele Petraroia

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