La recente situazione dell’emergenza idrica nel Basso Molise ha aperto una pericolosa falla nel sistema di controllo della nostra acqua, esponendo a rischi concreti e preoccupanti la salute dei cittadini molisani. Eventi che non possono essere trascurati o trattati con superficialità, ma che anzi devono essere approfonditi per chiarire i troppi dubbi sul ciclo di verifica di potabilità dell’acqua, per evitare che in futuro simili accadimenti si possano ripetere. Una situazione di cui le uniche vittime sono ancora una volta i cittadini molisani, – così in una nota stampa i consiglieri regionali di centrodestra – colpiti in un bene primario e fondamentale come l’acqua, con la popolazione del Basso Molise che oramai convive da anni con questa difficile problematica.
L’occasione, quindi, ci permette di chiedere lumi al Governo regionale sulla realizzazione dell’Acquedotto Molisano Centrale, progettato con l’intento di garantire acqua potabile direttamente dalle sorgenti matesine agli undici Comuni della fascia costiera, per inciso Guardialfiera, Larino, San Martino in Pensilis, Ururi, Portocannone, Campomarino, Termoli, San Giacomo degli Schiavoni, Guglionesi, Petacciato e Montenero di Bisaccia, che oggi usufruiscono dell’acqua potabilizzata della Diga di Ponte Liscione.
Un intervento strutturale importante messo in campo dalle precedenti amministrazione regionali, concepito per realizzare e portare a compimento un complesso e generale programma di ammodernamento e miglioramento dell’intera rete idrica molisana, che non solo, una volta finalmente realizzato, porterà direttamente in tutte le case dei cittadini del Basso Molise acqua di sorgente con il sistema a caduta, ma consentirà di liberare le risorse idriche della diga del Liscione per impegnarle nei consumi industriali e in quelli dell’irrigazione agricola di tutta la piana di Larino e Termoli.
Opera compresa fra gli interventi di cui alla legge obiettivo n. 443/01e il cui progetto è stato approvato in maniera definitiva con delibera CIPE n. 110 del 29 marzo 2006 per l’importo di euro 92.960.000, finanziamento ottenuto dalla precedente amministrazione regionale di Centrodestra; quadro economico che è stato rideterminato a seguito di gara d’appalto con importo complessivo pari ad € 83.269.373,31.
Un’opera la cui progettazione esecutiva e la seguente esecuzione dei lavori sono state appaltate e aggiudicate, ma che a oggi risulta essere completamente bloccata per mere questioni burocratiche, a grave pregiudizio dei cittadini che invece hanno bisogno impellente di veder completati i lavori.
Il 29 settembre 2014 si è tenuta la Conferenza di Servizi incentrata, principalmente, sull’acquisizione degli ultimi pareri necessari all’approvazione della variante al progetto originario, alla quale sarebbe dovuto seguire il previsto passaggio al CIPE e, successivamente alla Corte dei Conti, ma ad oggi la situazione è ancora in empasse e di conseguenza i lavori bloccati.
Come centrodestra abbiamo già in precedenza interrogato il Governo regionale per avere chiarimenti in merito, ottenendo in risposta una relazione tecnica illustrata dall’Assessore Nagni che non contemplava la tempistica finale di realizzazione dell’opera. Era il giugno 2015, da allora non si è mosso niente, a parte una nota inviata il 15 luglio 2015 al CIPE che non ha sortito risultati e un incontro a settembre dello scorso anno con il Ministro per le Infrastrutture, Graziano Del Rio, dal quale il Governo regionale ha ottenuta una laconica promessa di “interessarsi alla questione”.
Sono passati quindi altri mesi, e dal CIPE non è arrivato nessun via libera: a oggi quali sono i tempi certi per la realizzazione dell’opera?
Quanto ancora dovranno attendere i cittadini del Basso Molise per beneficiare anch’essi dell’acqua di sorgente e non dell’acqua di depurazione?
Come il Governo regionale intende muoversi per risolvere il prima possibile la questione e così completare l’Acquedotto Molisano Centrale, opera di importanza strategica per il nostro territorio?