L’istituzione dell’EGAM, l’Ente di Governo d’Ambito del Molise, disposta con deliberazione di Giunta n. 285/2015, rappresenta l’ennesimo atto amministrativo di questo Governo regionale segnato da forti polemiche, e ne è dimostrazione la voce di protesta sollevata da parte di tutti quei Sindaci che non condividono quanto stabilito dal Governatore Frattura e dalla sua Giunta, e sono pronti non solo a non aderire alla delibera n. 285 ma anche a ricorrere ai tribunali amministrativi per ribadire i loro diritti. Per questa ragione abbiamo presentato questa mozione, per fare chiarezza su alcuni aspetti della questione che richiedono un ulteriore approfondimento e per ottenere l’impegno del Presidente Frattura a garantire l’acqua come bene comune.
Perché i Comuni non sono stati coinvolti attivamente nella fase di formulazione del disciplinare per l’organizzazione dell’EGAM? Perché, vista l’importanza e la centralità di un bene primario come l’acqua, la questione non è stata portata anche all’attenzione del Consiglio regionale? Tra l’altro tenendo presente che il nostro Statuto regionale prevede che spetta al Consiglio “deliberare con legge l’istituzione e la soppressione di enti e aziende”.
Altresì la delibera n. 285 è stata adottata dalla Giunta regionale proprio il 15 giugno, l’ultimo giorno fissato dalla diffida inviata dal Governo al Molise, inadempiente in quanto non aveva provveduto a costituire entro il 31 dicembre 2014 gli Enti di governo d’Ambito. Provvedimento che, oltre al Molise, ha riguardato solo la Calabria, la Campania e la Sicilia. Perché questo ritardo, con il rischio di poteri sostitutivi del Governo in caso d’inerzia, non essendo il Molise in regola rispetto a quanto previsto dall’art. 7 dello Sblocca Italia?
Il rischio concreto, palesato da più parti e che noi preventivamente avevamo previsto, è quello di incorrere nella privatizzazione dell’acqua, un bene primario che, ribadiamo con forza, deve rimanere nella disponibilità della gestione pubblica, soprattutto in un territorio geograficamente configurato come il nostro, dove l’acqua rappresenta un bene fondamentale e una risorsa accessibile. Di fatto l’istituzione dell’EGAM potrebbe rappresentare il primo tassello di un processo legalizzato di privatizzazione dell’acqua pubblica, sul quale i Comuni non potranno dire la loro, vista la spada di Damocle del commissariamento che pende sul loro capo.
Allo stesso modo occorre fare chiarezza su un altro aspetto assai delicato della questione, soprattutto per salvaguardare i diritti dei cittadini molisani: l’istituzione dell’EGAM provocherà l’aumento delle tariffe? È importante che su questo punto il Governatore Frattura e l’Assessore Nagni diano risposte chiare, considerando che il fisco ha oramai raggiunto un peso insostenibile per le famiglie molisane, e l’aggravio determinato da un eventuale aumento delle tariffe non potrebbe che comportare ulteriori difficoltà.
Infine, in questo nuovo quadro determinato dall’istituzione dell’EGAM, vorremmo sapere anche quale sarà il destino e il ruolo di Molise Acque, società che attualmente si occupa delle gestione delle risorse idriche regionali: sarà un doppione di funzioni? Ci sarà un ridimensionamento dell’Azienda speciale, confinata a un ruolo marginale? Oppure come prospettato dai sindacati nello scorso mese di giugno Molise Acque potrebbe essere il capofila dell’EGAM?
È evidente che i dubbi e le questioni da chiarire sono molte, soprattutto sul piano della trasparenza, per questo ci auguriamo da parte di questo Governo regionale una presa di coscienza e l’apertura di un dialogo costruttivo che eviti il “tutti contro tutti” delle ultime settimane, così da garantire il rispetto delle varie realtà territoriali.
In questo processo anche noi, se ovviamente ce ne viene data la possibilità, siamo pronti a fare la nostra parte per salvaguardare i diritti dei cittadini molisani.
Acqua bene comune, no alla privatizzazione, Mozione Egam a firma dei consiglieri Fusco Perrella e Sabusco
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