Abolizione TASI. Quanto risparmierebbero le famiglie molisane? Boccardo, UIL, “Evitare tagli ai comuni che poi tagliano servizi ai cittadini”

L’annuncio dell’abolizione della TASI sulla prima casa per l’anno prossimo, per i 25,7 milioni di proprietari di prima casa si tradurrebbe in un risparmio medio di 180 euro annui che salgono a 230 euro medi se si abita nelle Città capoluogo di provincia. Questi dati emergono da una simulazione elaborata dal Servizio Politiche Territoriali della UIL, nelle 106 Città capoluogo di provincia. Secondo i risultati della simulazione UIL, il risparmio maggiore in valori assoluti si registra a Torino con 403 euro medi a famiglia; a Roma, invece, il risparmio sarà di 391 euro medi. Mentre ad Asti il risparmio medio sarebbe di soli 19 euro medi.

Ma come potrebbero andare le cose nei capoluoghi molisani? A Campobasso il risparmio medio per una famiglia proprietaria di casa sarebbe di 221 euro all’anno, mentre a Isernia di 224 euro, sempre medi all’anno.

Per la UIL ogni riduzione del carico fiscale a carico delle famiglie è la ben venuta, commenta Loy Segretario nazionale. “Però, per non incorrere negli errori del passato, sarebbe saggio e opportuno, che contestualmente all’abolizione della TASI, Renzi straccasse 8 mila assegni intestati ai Comuni, con copertura certa, dall’importo complessivo di 4,6 miliardi di euro”. Infatti, a tanto ammonta il gettito per i Comuni derivante dalla TASI, di cui 3,8 miliardi di euro per la prima casa e il resto, 800 milioni, per gli altri immobili.

È evidente che anche per i comuni molisani, a partire da Campobasso e Isernia, l’abolizione della TASI aprirebbe voragini nei conti ed i bilanci di queste amministrazioni territoriali verrebbero messi a dura prova dalle finanziarie succedutesi in questi anni. Sarebbe davvero opportuno che tutti i sindaci ponessero con forza al governo nazionale la necessità di assicurare trasferimenti economici misurati sulle attività attribuite ai comuni.

Commenta Tecla Boccardo, Segretario generale della UIL Molisana: “È vitale garantire la totale copertura finanziaria delle tasse locali che vengono meno, per evitare che si ripeta ciò che abbiamo tutti vissuto in questi anni e, cioè, che si cambi il nome ma non la sostanza (ISI, ICI, IMU, TRASI, TUC, IUC, TASI) oppure che i Comuni (consenzienti o inconsapevoli) aumentino, per bilanciare le minori entrate, altre imposte e tasse locali a iniziare dell’IRPEF Comunale (che pesa soprattutto sui lavoratori e pensionati), oppure taglino servizi essenziali per i cittadini”. Va bene, in buona sostanza, alleggerire il carico fiscale delle famiglie, soprattutto in questi momenti di grave difficoltà economica, occupazionale e sociale, ma attenzione a garantire quei servizi che i cittadini, anche molisani, avvertono come essenziali. “Dopo aver tagliato il fondo sanitario nazionale, con conseguenti meno risorse per la salute dei molisani, ci mancherebbe solo che anche i servizi comunali venissero ridotti”, chiosa Boccardo.

Ultimo, ma non secondario secondo la UIL: prima di parlare di abbassare altre tasse, il Governo si preoccupi di trovare, subito, le coperture per 12,6 miliardi di euro per l’anno prossimo al fine di evitare gli aumenti dell’IVA e delle Accise che peserebbero molto e di più dell’abolizione della TASI, soprattutto per le famiglie a basso reddito.

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