di Massimo Dalla Torre
Dopo la pausa, si fa per dire pausa, incentrata sulla scelta del nuovo segretario del PD, in cui si è sentita l’esigenza di riorganizzare le idee forse non troppo chiare, ma anche perché ultimamente si sono affastellati avvenimenti e fatti, leggasi elezioni in Abruzzo, Sardegna, approvazione con disaccordi in seno al Governo nazionale e la possibile creazione e livello locale di altro partito, dopo la epurazione di alcuni esponenti della lega da parte dei vice premier Salvini, che meritano attenzione quella con “A” maiuscola. Riprendiamo la routine riportando i commenti a quelle che sono le notizie che vedono aperto il mercato degli acquisti nella boutique dello jurassik-politic molisano con conseguente cambio di casacca in vista delle prossime elezioni amministrative ma anche europee di maggio. Insomma, una sorta di smobilitazione generale, che fa da pendant al: “non c’è da meravigliarsi perchè le cambiali prima o poi vanno all’incasso e di debitori la politica locale ne ha molti”. Commento che ci lascia sconcertati ma anche preoccupati e pensierosi, perché mostra che non vi è più ritegno a mettere in atto manovre che portano vantaggi sempre e unicamente ai soliti noti; e i palazzi del potere ne sono pieni. Senza voler affondare ancora di più il coltello nella ferita perché, rischieremo di aumentare le sofferenze della collettività ma anche perché un detto locale dice che “come ti fai il letto così, ci dormi”, consentiteci di dire una cosa che ancora una volta è stato tradito il mandato elettorale. Un patto sottoscritto tra chi ti da fiducia e chi per convenienza personale lo rinnega anche se in una realtà come quella locale, da considerare alla stregua di un quartiere di una grande metropoli fare, il salto della “quaglia” e non dell’aquilone, come disse un solone della politica, uccello non appartenente alla famiglia dei “galliformi”, ma un oggetto di gioco e di spensieratezza, è sinonimo di “mbicc e mbafamiell”, tanto per utilizzare il vernacolo saggezza dei popoli. Per quelli che dovessero sentirsi piccati e non condividere questo, che abbiamo scritto, diciamo “basta”: è giunta l’ora di fare chiarezza su certe operazioni di “dubbio gusto”. Operazioni che, nelle stanze dei bottoni, minano ancora di più le basi di questa nostra comunità. Operazioni che, condotte con la tecnica della “guerriglia del sottobosco”, sono dannosissime, perché mostrano pressappochismo di chi le mette in atto e cinismo di chi le ispira. Operazioni che ricordano “la guerra dei bottoni”, combattuta con armi caricate con munizioni a base di non curanza, sotterfugi, accordi sotto banco, sgambetti ma soprattutto ripicche personali e “illogicità” sostantivo femminile invariato, questo è quello che si legge nella grammatica italiana, che la politica e i politici ignorano volutamente: a voi la scelta del perché, qualora vi fosse un perché.