Le date e la memoria hanno sempre un significato diverso ogni volta che si cerca di ricordarle. Le celebrazioni spesso sono retoriche e in verità non ci ho mai creduto fino in fondo. Quest’anno, invece, sono fermamente convinto che il ricordo debba avere un forte significato. Le nuove generazioni hanno il sacrosanto dovere di sapere che il 25 aprile è stato il punto di partenza di un processo che ha portato alla stesura della nostra Costituzione repubblicana. Una della Costituzioni più belle e complete al mondo, fonte di ispirazione di molte altre Costituzioni e persino della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Proprio in questi giorni – che non ho timore di definire “bui” – la Costituzione è minacciata e svilita come tanti altri diritti conquistati duramente con le lotte e i sacrifici di chi ci ha preceduto. La democrazia si sta impoverendo ed il ruolo del Parlamento è stato marginalizzato. Viviamo in un mondo ingiusto in cui si riconoscono i diritti dei forti e non quelli dei deboli. Gli equilibri sociali sono minacciati dalla disuguaglianza e non è pensabile che possa reggere una società in cui le disparità sono così marcate. Basta vedere al dramma in corso nel Mediterraneo. La forbice tra ricchi e poveri che si è così allargata da mettere in grave pericolo la pace. In questo contesto non posso non ricordare la figura di uno dei miei maestri: Giuliano Vassalli. Oggi avrebbe compiuto cento anni. Il suo progetto politico era semplice e ricco di suggestioni: “Pane, libertà, pace”. Nacque a Perugia nel 1915, per un caso del destino proprio il 25 aprile, data che diventerà emblema di libertà riconquistata dopo due decenni di dittatura fascista, con il suo eroico comportamento testimoniò la convinzione che per le proprie idee si può rinunciare alla vita. Ed è per me, che ho avuto l’onore di conoscerlo, piacevole circostanza che la data della sua nascita e quella della rinascita italiana abbiano preso dal 1945 a camminare insieme. L’Italia deve riconoscenza a Giuliano Vassalli e ai tantissimi partigiani che hanno combattuto per la nostra libertà. Abbiamo il dovere di non dimenticare e di trasmettere questi nobili ideali alle nuove generazioni.
Prof. Avv. Vincenzo Musacchio