Vertenza Atm/ Faisa Cisal: La Regione paga lo stipendio di Ottobre 2022, dei dipendenti, in luogo dell’ATM

Il Natale, in genere, è sempre ben accolto, sono giorni dedicati ai festeggiamenti. Per coloro che hanno difficoltà, economiche o fisiche, le festività sono, invece, giorni di depressione psichica e/o di sofferenza economica.

C’è, però, una categoria di lavoratori che non dovrebbe essere nel secondo gruppo, perché hanno un lavoro ed i loro datori di lavoro sono anche ben remunerati dalla Regione. Sono i dipendenti del trasporto pubblico locale.

Anche quest’anno, molti di loro, dovranno passare le festività senza la retribuzione e non potranno fare tutto quello che possono fare coloro che hanno un regolare pagamento dello stipendio. Dovranno rinviare tutto a quando, se il cielo vuole, potranno percepire le retribuzioni arretrate.

Forse, stavolta, a distanza di circa otto anni dalle prime richieste d’intervento sostitutivo (13/12/14 con FIT e Uilt), la Regione sembra intenzionata a superare tutte le difficoltà burocratiche e pagare lo stipendio di Ottobre 2022, in luogo dell’ATM SpA. È un timido parziale intervento, ma è pur sempre un inizio, anche perché non ci sono strumenti alternativi al pagamento di quanto dovuto per lo stipendio mensile.

Ci sono solo due possibilità, oltre la dichiarazione di sciopero, per recuperare quanto dovuto: il decreto ingiuntivo (con aumento degli oneri) e il pagamento sostitutivo della Regione, in base al codice degli appalti.

In ambedue i casi si può fare a meno dello sciopero, come protesta, ed evitare disagi all’utenza, oltre ad evitare il sacrificio economico per lo stesso dipendente, anche perché, in definitiva, lo sciopero non garantisce il recupero di quanto spettante.

Quindi, ben venga l’azione intrapresa dalla Regione.

Però, facciamo notare alla Regione stessa, unica in Italia che onora mensilmente i contratti di servizio con le imprese, che il pagamento dello stipendio, pur essendo di fondamentale importanza per la sopravvivenza del lavoratore, non è l’unico aspetto negativo, è solo uno degli effetti di un quadro deprimente del trasporto pubblico regionale. Il semplice ritardo del pagamento mensile alle imprese, manda in tilt le stesse, che non sono più in grado di pagare le retribuzioni, non possono versare ai fondi previdenziali e chissà cos’altro.

L’unico contratto aziendale esistente è quello territoriale del 22/3/89, eppure le risorse impegnate dalla Regione e versate al settore comprendono anche un importate contributo (dal 2011) proprio per il contratto aziendale, oltre al ripianamento dei costi derivanti dall’ammortamento degli autobus.

In definitiva il servizio attuale è stato in grado di deludere tutti, il cittadino, per l’oneroso sistema, l’utenza, per lo scadente servizio (mezzi obsoleti e biglietteria preistorica), ed il dipendente, per la retribuzione (fra le più basse d’Italia) e per le difficili condizioni di lavoro (scarsamente considerati dai datori di lavoro, fermate illecite e rischiose, soste di lavoro in posti sperduti). Ci basta citare quanto sopra per spiegare il perché ci si aspetta, dallo sperato bando di gara, un cambio in grado di porre rimedio alla desolante condizione del TPL.

p. LA FAISA-CISAL MOLISE

IL SEGRETARIO

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