“Con riferimento al sistema camerale molisano, in considerazione delle dimensioni delle Camere di Commercio di Campobasso e di Isernia, l’accorpamento e quindi la creazione di una Camera unica regionale, con un’unica governance, consentirebbe di ottimizzare la spesa per il funzionamento della struttura e di liberare maggiori risorse finanziarie da destinare ai servizi alle imprese e agli interventi sul territorio. La Camera unica regionale garantirebbe un equilibrio economico che consentirebbe di mettere in campo iniziative promozionali ed interventi a favore delle imprese con un maggiore impatto sul territorio, rendendo così il sistema più efficace ed efficiente e assicurando in ogni caso una ricaduta delle risorse sul territorio”. Con queste parole nei giorni scorsi la Giunta della Camera di Commercio di Campobasso ha avviato, all’unanimità, l’iter per la fusione dell’Ente camerale di Campobasso con quello di Isernia.
Adesso la palla passa al consiglio camerale di Campobasso e, ovviamente, agli organi deliberativi di Isernia ma è evidente che oggi, con il nuovo governo renzi fortemente ostile al sistema camerale e impegnato in una determinata spending review l’accorpamento a livello regionale è forse l’unico modo per dare un futuro all’ente camera di commercio nel Molise. La decisione della giunta camerale suona quindi quasi come un atto dovuto e probabilmente, nonostante la remora di alcuni attaccati alle poltrone su cui risiedono, si andrà verso questa direzione, su cui spinge anche l’attuale presidente della Camera di Commercio di Campobasso, Dino De Angelis. La partita si interseca anche con quella per il rinnovo dei vertici dell’ente camerale di Campobasso, in scadenza proprio in questi mesi visto che un’eventuale fusione altererebbe inevitabilmente i meccanismi di rappresentanza, dovendosi dare spazio alle forze economiche e produttive della provincia pentra. A questo proposito, oltre alla riproposizione del nome di De Angelis, che ha operato bene e con competenza in questo scorcio di legislatura, c’è una girandola di possibili o presunti candidati, su alcuni dei quali, però, girano addirttura dei dossier. Dossier ricchi di dettagli su presunte malversazioni, maneggi illeciti di danaro, pubblico e privato. Dossier che rischiano di avvelenare ulteriormente l’atmosfera, già abbastanza in fibrillazione, dell’ente di Piazza della Vittoria.