“Il punto nascite di Termoli, per veder assicurata la propria esistenza, deve garantire almeno 500 parti l’anno, tuttavia da diversi anni, salvo rarissimi casi, è al di sotto di questo standard. Quindi proprio non mi spiego perché il sindaco Sbrocca solo oggi ha preso consapevolezza che al San Timoteo abbiamo un problema. È evidente che le sue dichiarazioni sono solo un pretesto per attaccare il Movimento 5 Stelle sfruttando il fatto che il Ministro della Salute è in quota M5S. Decisamente forzato come ragionamento, visto che la sanità è materia di competenza regionale e sappiamo bene chi l’ha gestita negli ultimi cinque anni.
Capisco che il sindaco sia contrariato dai risvolti negativi che sta prendendo l’iter del progetto di riqualificazione urbana tanto amato, ma reputo infelice la sua reazione. Io non farò lo stesso sbaglio: non userò un tema così delicato per attaccare gli avversari politici; il punto nascite di Termoli è cosa troppo importante per la nostra comunità per farne teatro di attacco politico.
Invece cerco di ragionare sul da farsi per salvare il reparto e garantire che lì dentro vi siano tutte le condizioni per operare in sicurezza rilanciando la nostra volontà di lavorare a tutti i livelli istituzionali. Il nostro impegno è frutto di una sensibilità che abbiamo sviluppato in anni di lavoro sul territorio e che si è meglio concretizzata proprio a seguito del nostro tour della Sanità. In occasione della visita all’ospedale San Timoteo, il primo reparto che abbiamo visitato è stato proprio quello di ginecologia, quindi conosciamo bene la situazione e la professionalità delle persone che operano al suo interno.
Ora, come prima cosa dobbiamo lavorare affinché i termolesi ritrovino la fiducia di andare lì a far nascere i propri figli.
La ‘fiducia’ nel reparto, è proprio questo il centro della questione. La stessa fiducia venuta a mancare negli ultimi anni, soprattutto quello in corso, che registra un numero di parti molto lontano dalla fatidica quota 500.
Semplicemente ora bisogna lavorare affinché le donne del Basso Molise vengano a partorire a Termoli e non scelgano di andare altrove. Per farlo bisogna avviare percorsi virtuosi che rendono attrattivo il reparto, magari come fatto a Isernia, bisogna dare garanzie ai pazienti, bisogna mettere il personale medico e sanitario in condizioni di lavorare al meglio, bisogna che il reparto sia in grado di affrontare complicanze post parto, penso a una TIN (Terapia intensiva neonatale). In una parola, deve essere attrattivo.
In questo modo si genera fiducia: se aumenta il numero dei parti, più competente diventa il personale quindi cresce la fiducia nel reparto e se cresce questa fiducia, cresce il numero di parti. È una logica circolare, un circolo virtuoso. Bisogna innescarlo.
In quest’ottica serve anche la buona pubblicità, il passaparola positivo e quindi fanno tanto bene anche le lettere aperte delle pazienti che ringraziano pubblicamente il personale, come quella di Daniela che in quel reparto ha dato alla luce Michelle.
Al contrario, fa male, malissimo al punto nascite, un sindaco (quindi una istituzione) che addirittura a mezzo stampa lo descrive come un reparto ‘alla frutta’. Un mazzata tremenda!
In questo modo Sbrocca dimostra di non conoscere minimamente quali sono le delicate dinamiche che stanno dietro al lavoro di un punto nascite, ma soprattutto danneggia tutta la comunità termolese e tutti quei cittadini, me compreso, che vogliono soltanto che i propri figli nascano a Termoli.
Infine, per quanto riguarda la richiesta di deroga, ricordiamo a Sbrocca che è la Regione a doverla chiedere e non noi che, indipendentemente da lui, ci stiamo interessando alla cosa da tempo, senza proclami e senza strumentalizzare politicamente un tema così importante. Ad ogni modo la salvezza del punto nascite di Termoli sarà la prima istanza che porterò sul tavolo del neo Commissario della Sanità”.
( nella foto Valerio Fontana durante la visita al Reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Timoteo nel corso del tour M5S della Sanità)