I problemi e gli errori derivanti dalla somministrazione di Astra Zeneca sono anche conse- guenza della marginalizzazione del ruolo dei medici di famiglia (lasciati oltretutto con poche dosi, senza personale amministrativo e infermieristico) e dell’aver privilegiato gli hub. Questa la denuncia di Ernesto La Vecchia segretario regionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu (affiliata Cisl Me- dici) del Molise.
“Casi come quello di Camilla Canepa – sottolinea – avvengono perché assistiamo a vaccinazioni di massa in hub, oltretutto in assenza di un fascicolo elettronico del cittadino, nazionale e condiviso, che contenga tutte le informazioni sanitarie del vaccinando. Ciononostante se la vaccinazione fosse stata affidata al me- dico di famiglia, la conoscenza del paziente avrebbe forse potuto evitare la tragedia.
Si tratta, appunto, del tanto sottovalutato rapporto fiduciario medico-paziente, che avrebbe consentito una più attenta e consapevole scelta nella somministrazione del tipo di vaccino da inoculare”. “Purtroppo – continua il segretario regionale – in questi mesi la medicina generale (di famiglia) è stata marginalizzata dalla campagna vaccinale, non è stato fornito il supporto di personale infermieristico e amministrativo, e spesso sono state inviate dosi con il contagocce”.
Quindi La Vecchia fa un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al presidente della Regione, Donato Toma: “Impariamo dagli errori, puntiamo su tre questioni: la campagna vaccinale dei richiami si affidi alla medicina generale (con personale amministrativo e infermieristico adeguato da mettere a disposizione), si chiariscano i contorni del funzionamento della ‘green pass’, si implementi davvero il Fascicolo Unico Nazionale e in tal senso si faccia subito un accordo nazionale, semplice e chiaro. Le Regioni e la Sisac non indugino, si convochi il tavolo di trattativa”.