Sulla spinta dei disastri dei giorni scorsi l’Uncem, Unione dei Comuni e delle Comunità Montane, ha lanciato un’iniziativa apprezzabile: fare pressione sulle regioni, attraverso i sindaci, perché legiferino con misure concrete contro il dissesto.
La proposta dell’Uncem prevede costi zero per le casse pubbliche: una parte della tariffa idrica pagata da ciascuna utenza domestica e industriale (senza aumenti) dovrà essere destinata alla prevenzione delle calamità, al contrasto della fragilità dei territori, alla cura dei versanti alpini e appenninici, alla tutela delle fonti idriche nelle aree montane. Insieme con risorse nazionali – al governo nazionale sono stati chiesti dieci miliardi di euro quale impegno per i prossimi cinque anni – la misura servirà a contrastare il dissesto in modo sostenibile.
«Un’iniziativa lodevole, concreta e fattibile, oltre che necessaria», commenta Candido Paglione, sindaco di Capracotta, da sempre impegnato su questi temi.
«Il Molise – prosegue Paglione – partirebbe decisamente avvantaggiato, essendo già dotato di una normativa in materia. Si tratta – sottolinea – della legge regionale n. 15 del 16 aprile 2003 denominata “Interventi per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del territorio montano”, la cosiddetta Legge per la Montagna, di cui sono stato primo firmatario quando ero consigliere regionale. Ebbene quella legge, all’art.10, risorse idriche della montagna, prevede addirittura una quota del 10% della tariffa d’ambito. Una norma, insomma, all’avanguardia. Tuttavia, mai applicata, se non in minima parte, e tuttora vigente, non essendo stata mai abrogata! È dunque il momento di rilanciarla».
«Il tema – prosegue Paglione – mi sembra molto attuale, anche a seguito degli eventi metereologici dei giorni scorsi e della grave situazione di dissesto idrogeologico in cui versa il Paese. Riprendere questi concetti, sapendo che il neo presidente nazionale UNCEM la pensa come già pensavo io ben 15 anni fa, credo sia particolarmente utile. Nel fare del bene alla montagna e all’intero paese, l’applicazione della legge potrebbe aprire uno dei più grandi cantieri, che darebbe lavoro a decine di migliaia di persone. Si farebbe utile prevenzione e si eviterebbero morti e danni ingenti da dover ripristinare dopo le alluvioni, le frane e gli smottamenti. Anche di questi argomenti, – conclude Paglione – in particolare della montagna vista come vera e propria “fabbrica dell’acqua”, ho parlato lunedì scorso a Roma, a Palazzo Chigi, in occasione dell’incontro con il ministro per il sud Barbara Lezzi e l’ex ministro Fabrizio Barca, a proposito di Strategia Nazionale per le Aree Interne».