Viene definito come la più alta forma di civiltà e, insieme, una attrattiva indubbia per un territorio che punta sul proprio patrimonio.
Il turismo accessibile, con gli esempi che provengono dai territori e con le nuove declinazioni entrate nel decreto Sostegni, che ha stanziato una cifra importante per progetti pilota che consentano la piena fruizione di un diritto costituzionalmente garantito e normato, è un’occasione che il Molise non può e non deve sottovalutare.
Siamo in ritardo, di certo, e non i soli in Italia, ma non ho mai creduto nell’analgesica logica del mal comune mezzo gaudio. L’attenzione sui bisogni delle persone con disabilità non può essere emarginata in un angolo dove regnano solo le buone intenzioni da declinare al futuro prossimo.
Abbiamo il dovere di definire percorsi virtuosi, che siano inseriti in un sistema organico di totale possibilità di accesso al Molise per la realizzazione di aree turistiche adeguatamente attrezzate per le persone con disabilità: dalle spiagge ai siti archeologici, dai musei alle aree naturalistiche.
Un tema, quello dell’uguaglianza dei diritti ma soprattutto – in questo caso specifico – anche delle pari opportunità sul quale ho inteso, assieme ai colleghi del gruppo consiliare, impegnare il presidente Toma partendo proprio da alcuni punti fermi: gli esempi virtuosi che provengono dal nostro territorio, come il progetto “Felicemente Abile”; quello denominato “Bandiere Lilla”, partito ormai nove anni fa in Liguria; le attività messe in campo nel vicino Abruzzo, specificatamente nel Parco del Gran Sasso dove con speciali carrozzine si accompagnano in montagna i turisti con disabilità motorie e, soprattutto, le disponibilità finanziarie stanziate dal Governo Draghi nel Decreto Sostegni.
Una dotazione corposa e decisiva per lo sviluppo del turismo accessibile: nuove risorse che contribuiranno a generare progetti pilota indispensabili per permettere investimenti sulle infrastrutture, sviluppando servizi accessibili a tutti e creando a loro volta occupazione.
Le Regioni dovranno fare la propria parte: sono loro le destinatarie dei contributi, sono loro che dovranno attivarsi per presentare progetti pilota che siano orientati con innovazione e sensibilità nella direzione di cambiare il volto dell’Italia.
Nel Terzo Settore sono tante le potenzialità che potrebbero essere coinvolte per generare progetti virtuosi di turismo accessibile: imprese sociali che metterebbero a disposizione il proprio know how, generando nuove forme di occupazione.
Come è evidente, il ragionamento si lega a filo doppio con le potenzialità di un settore troppo spesso emarginato, quello sul quale ho inteso presentare una proposta di legge, oggetto attualmente di approfondimento in Quarta Commissione consiliare.
L’impegno della Regione e dei Comuni dovrebbe concretizzarsi sia riguardo la comunicazione e l’informazione (versione accessibile del sito internet, informazione su strutture in grado di ospitare persone con disabilità, informazioni sull’accessibilità e fruibilità dei principali monumenti, musei, eccetera), sia per le caratteristiche di accessibilità di luoghi sportivi, ricreativi e turistici oppure nel sostenere progetti per facilitare la fruibilità delle città da parte dei turisti o per accompagnare in mare o su percorsi naturalistici persone con disabilità motoria.
Quindi sviluppare le competenze, informare e formare gli operatori presenti sul territorio sono azioni necessarie se si vuole far sì che una destinazione diventi realmente “per tutti”. E da questa fase preliminare, potranno discendere progetti di turismo accessibile in grado di aprire il Molise e il suo territorio ad un mondo che troppo spesso è dimenticato.
A fondamento di tale azione politica, nello specifico della mozione che porta il tema del turismo accessibile all’attenzione dell’Aula consiliare, c’è il rispetto dei valori morali e dei diritti pubblici fondamentali che tutelano l’indipendenza dell’attività individuale.
Ovvero la libertà di ognuno che non può essere più delimitata da pregiudizi, da indifferenza, dall’emarginazione che deriva dalla mancata previsione di strumenti e azioni indispensabili per una reale uguaglianza o peggio da intolleranza.