L’offerta turistica non si esaurisce nella sola bellezza dei posti, nei paesaggi e nei beni architettonici, ma trae valore aggiunto dal grado di civiltà e solidarietà che si riesce a garantire. Questo concetto ha ispirato la nostra proposta, presentata e approvata oggi in Consiglio regionale.
Per un pieno sviluppo turistico in chiave di piena accessibilità a tutti i cittadini, occorre attuare delle misure in gran parte già previste da obblighi di legge. Ma per candidarsi come mete turistiche accessibili c’è bisogno di un maggiore impegno, con decise scelte di civiltà e con il concreto stanziamento di fondi.
Già la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (2006) poneva l’accento sulla necessità di garantire il pieno accesso alle attività sportive, turistiche e ricreative, imponendo agli Stati di adottare misure adeguate a garantire l’accessibilità ai luoghi che li ospitano. Sta dunque al Governo, alle Regioni e agli Enti locali, così come alle imprese, alle associazioni e al mondo del no-profit creare una società dove le persone disabili possano essere sempre più protagoniste e libere.
Recentemente, un intervento normativo ha dato un’ulteriore accelerazione a questo importante processo d’inclusione: il ‘Decreto Sostegni 1’, convertito in legge a maggio 2021, ha istituito un Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità. La dotazione del fondo è di 100 milioni di euro per il solo 2021, con lo scopo di finanziare progetti specifici per la promozione e la realizzazione di infrastrutture, anche digitali, per le politiche di inclusione, destinate ad attività ludico-sportive, all’inclusione lavorativa e al turismo accessibile. Ben 30 dei 100 milioni del Fondo per l’inclusione saranno messi a disposizione delle Regioni per riqualificare in tal senso la propria filiera turistica. Il governo ha chiesto poi un ulteriore sforzo alle Regioni, con 12 milioni di cofinanziamento.
Con la mozione approvata in Consiglio chiediamo al Presidente Toma di mettere in campo iniziative per promuovere percorsi per un pieno turismo accessibile, anche ispirandosi alle buone pratiche diffuse sul territorio. Tre esempi su tutti: il progetto pilota ‘Bandiera Lilla’, che certifica le mete turistiche accessibili; le escursioni aperte a chi ha difficoltà deambulatorie, promosse dal Parco del Gran Sasso; il progetto ‘Felicemente Abile’, che ha offerto un campus estivo ai bimbi con disabilità, promosso a Termoli da associazioni no-profit.
L’attenzione ai diversamente abili può fungere anche da moltiplicatore turistico: attorno alle esigenze turistiche delle persone con disabilità ci sono sempre gli accompagnatori e le loro famiglie. Inoltre, rende più attrattive le località che promuovono progetti inclusivi e stimola anche gli operatori privati ad investire in tale direzione. In termini squisitamente economici, il turismo accessibile muove circa un miliardo di euro l’anno: non è l’aspetto più importante, ma va tenuto in considerazione.
Per questo nella mozione chiediamo anche un’opera di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali molisane, affinché attivino percorsi e agevolino le concessioni per interventi strutturali dedicati al turismo accessibile.
Sarà necessario anche predisporre avvisi pubblici mirati alle imprese sociali del Terzo Settore e alle associazioni no-profit, affinché possano beneficiare dei fondi previsti dal ‘Decreto Sostegni’ e mettere in campo altri progetti pilota, estendendo le buone pratiche all’intero sistema turistico e culturale regionale. Pratiche che possono incentivare anche l’inclusione lavorativa e la formazione di figure professionali specifiche.
Rispettando gli impegni presi con il voto di oggi, il Molise deve diventare una regione più attrattiva da un punto di vista turistico e, al contempo, un luogo più civile in cui vivere.