Con 10 voti favorevoli il Consiglio regionale vota per l’annullamento del POS 2019-2021. Il Presidente della Regione e Commissario ad acta della sanità regionale, Donato Toma, prenda atto della sconfitta e di come non abbia più una maggioranza politica!
Toma ammetta che il POS da lui adottato altro non è che un documento vuoto, vecchio e schizofrenico.
Talmente peggiorativo che lo stesso governatore, questa mattina in Aula, ha ammesso di aver scritto al Direttore Generale Asrem chiedendogli di non applicare il documento da lui stesso emanato.
E non perché è peggiorativo di quello precedente, non perché non è stato partecipato al Consiglio regionale, alla Conferenza dei sindaci, agli operatori sanitari, ai sindacati e ai comitati, non perché si peggiorano i Lea e si attuano i peggiori accordi di confine, non perché non vi è traccia dell’emergenza Covid, non perché si rimanda tutto a quello successivo.
E allora, perché si chiede di non applicarlo in questo momento? Forse perché è in atto una competizione elettorale. In modo particolare a Isernia? Dove, magari, potrebbe essere politicamente sconveniente dover parlare della chiusura dei reparti?
Perché il POS adottato da Toma è senza visione, senza progetto, senza alcuna integrazione tra pubblico e privato, senza nessuna rete per patologie tempo dipendenti e dell’emergenza urgenza. Non contiene una parola sulla medicina territoriale, nessuna sul Covid, nessuna sugli ospedali di comunità di Larino, Venafro e nessuna delucidazione su come migliorare quello di Agnone, mentre tutti gli altri vengono depotenziati.
E se ne sono accorti anche i consiglieri di maggioranza, perché il voto di questa sera in Consiglio regionale rappresenta una chiara presa di coscienza da parte dello stesso centrodestra, con due consiglieri che hanno votato con le minoranze (Iorio e Romagnuolo), un consigliere che ha preferito al momento del voto uscire dall’Aula (Cefaratti) e l’astensione di un altro componente di maggioranza (Micone).
Toma davvero prenda atto degli errori commessi. Capisca di essere rimasto come una nave senza motore in balia di una tempesta.
Micaela Fanelli – PD