Testamento: NO alla salute come fonte di profitto per i privati. Alla
manifestazione del 30 settembre i molisani daranno una grande risposta.
Riprendiamoci la sanità pubblica.
«Le notizie sulle chiusure di ulteriori reparti e servizi negli ospedali pubblici molisani
a causa della carenza di personale rappresentano l’ennesima testimonianza del
disegno che, da ben dodici anni, una certa politica continua a portare avanti per il
nostro sistema sanitario regionale: la trasformazione della salute da diritto
costituzionalmente garantito a fonte di profitto per i privati.
Contro questa situazione, ormai insostenibile, occorre ribellarsi con ancor più
determinazione e forza, alla luce anche delle omissioni e ambiguità dell’ultimo piano
operativo sanitario (POS) di Toma, bocciato ieri dal Consiglio Regionale. Al netto
delle reali motivazioni che hanno portato alla spaccatura della maggioranza che
sostiene Toma, certamente non ascrivibili alla nobile volontà di tutelare il diritto alla
salute dei molisani, mi auguro che alla manifestazione del prossimo 30 settembre a
Campobasso ci sia una grande partecipazione dei cittadini e sono convinta che i
molisani daranno una grande risposta». A dichiararlo Rosa Alba Testamento,
parlamentare molisana alla Camera dei Deputati.
«In questo momento – prosegue la parlamentare – la carenza di personale
rappresenta la criticità più grande per la sanità pubblica molisana, ma di questo Toma
e Florenzano sembra non se ne siano accorti visto che l’Azienda Sanitaria Regionale
nel prossimo triennio ha previsto che più di un terzo delle assunzioni siano destinate a
sostituire il personale che andrà in pensione.
A fronte di ciò, si ha la quasi fondata percezione che le esigue unità di personale e la
lentezza o il non completamento di alcuni bandi di concorso possano essere utilizzati
per accelerare la chiusura di ulteriori servizi e la loro contestuale cessione ai privati
convenzionati. Quanto sta accadendo nelle ultime settimane con la chiusura di
cardiologia e della chirurgia di emergenza notturna all’ospedale di Termoli, la
riduzione dell’attività di anestesia e rianimazione al “Cardarelli” di Campobasso e le
difficoltà che si riscontrano, sempre nel capoluogo, nel reparto di pediatria, sembrano
non smentire questo tipo di riflessioni. Peraltro, se sul personale si segue un
ragionamento di tipo esclusivamente ragionieristico e finanziario sono veramente
inspiegabili il ricorso a professionalità legate a cooperative esterne e i relativi costi
che tale decisione comporta.
In questi anni la riduzione del capitale umano è stata giustificata con l’esigenza di
rientrare dal debito e far quadrare i conti, ma il risultato ottenuto è stato solo uno:
sacrificare il bisogno di cure e assistenza dei cittadini». – conclude Testamento.