«Sulle sorti della Biblioteca “Pasquale Albino” di Campobasso è ormai necessario che si faccia
definitivamente chiarezza sull’effettivo impiego delle risorse stanziate nel 2019 dall’ex Ministro
Alberto Bonisoli, sulla disponibilità o meno di ulteriori fondi e, infine, sul suo inserimento tra le
Biblioteche statali come distaccamento della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Pertanto, ho presentato un’interrogazione e inviato una richiesta di chiarimenti alla Direzione Generale Biblioteche e al Ministero della Cultura, al fine di capire le reali motivazioni, mi auguro non politiche, che hanno rallentato e poi bloccato un iter di riapertura andato avanti, fino a un certo punto, in modo molto veloce».
A dichiararlo Rosa Alba Testamento, portavoce molisana di “Alternativa”alla Camera dei
Deputati e componente della Commissione Cultura.
« Ricordo – continua la portavoce – che già i primi sopralluoghi effettuati dall’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario avevano dimostrato la prioritaria necessità di tutela e recupero del patrimonio librario, al punto da auspicare fortemente il cambio di destinazione dei 421.730 euro approvati con decreto ministeriale del 4 giugno 2019, fondi inizialmente indirizzati all’adeguamento dell’edificio alle norme antincendio.
Questo tema fu al centro anche di alcune riunioni telematiche che si tennero con l’ex Sottosegretaria Anna Laura Orrico fino a poco prima della caduta del Governo Conte 2, incontri nel corso dei quali si iniziò – prosegue – a lavorare concretamente in tale direzione, prefigurando anche le possibilità di considerare la Biblioteca “Albino” come distaccamento della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, nonché di cambiarne la sede».
«Nulla si è poi più saputo, anche e soprattutto in merito all’effettivo spostamento dei fondi assegnati nel giugno 2019, nonostante mi fosse stata confermata con mail del 12 novembre 2020 dall’ex responsabile ad interim del Segretariato Regionale del Molise l’attivazione della richiesta per una loro rimodulazione.
Tale silenzio rende necessario un chiarimento complessivo della vicenda perché è inaccettabile che i molisani continuino a essere privati di un patrimonio culturale unico, simbolo della propria
tradizione e identità, per anni punto di riferimento prezioso di molti studenti e studiosi» – conclude Testamento.