Il 3 novembre scorso l’Asrem ha deliberato l’acquisto di 30.000 test antigenici (DDG n. 865 e n. 866), di quelli che danno il risultato in venti minuti senza bisogno di personale o laboratori altamente qualificati. Pochi giorni prima lo Stato, con tre distinti decreti di aggiudicazione del commissario Arcuri, ne aveva acquisiti ben 13 milioni da distribuire a tutte le regioni: in rapporto alla popolazione, al Molise ne spetterebbero oltre 60.000.
Potenzialmente, quindi, quasi 100.000 test rapidi, una manna dal cielo per il Dipartimento di prevenzione dell’Asrem che avrebbe potuto e dovuto agevolare il tracciamento dei contatti e arginare più velocemente i focolai, anche in contesti come scuole o comunità chiuse (carceri, RSA).
Sebbene questi test abbiano una affidabilità di poco inferiore rispetto al tampone tradizionale, sono in grado di scovare i positivi soprattutto quando la carica virale è alta e quindi alta è anche la contagiosità. Inoltre, dei test comprati da Asrem ben 10.000 sono considerati di ‘ultima generazione’, quelli che il Ministero della Salute ha equiparato ai tradizionali molecolari, con una circolare del 7 gennaio.
Da quel giorno, infatti, il Ministero ha ampliato il quotidiano bollettino Covid inserendo anche il numero dei test antigenici utilizzati da ciascuna regione.
Peccato che lo stesso bollettino segnali soli 198 test antigenici effettuati in Molise, un numero quasi nullo rispetto ad altre realtà come ad esempio l’Abruzzo (78.000) o la Valle d’Aosta (947).
Ora, quindi, è importante capire che fine abbiano fatto tutti i test comprati da Asrem e capire perché non sono stati utilizzati visto che ci sono focolai in corso bisognosi di screening massivo. Ho posto questi rilievi al presidente Toma e attendo una risposta.
Ad ogni modo, la stagione influenzale ha fatto salire il fabbisogno di test diagnostici allungando sia le file ai punti di prelievo sia i tempi di riammissione a scuola o a lavoro. Per implementare la filiera della prevenzione e della sorveglianza sanitaria, tutte le regioni hanno stipulato accordi con medici di base e pediatri per l’utilizzo di tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare. Anche in Molise sono stati stipulati gli accordi per fornire i test ai medici di medicina generale, addirittura tramite un’ordinanza del presidente che obbligava il commissario Giustini ad approvare un apposito protocollo regionale, quindi voglio immaginare che già all’epoca il presidente abbia ritenuto necessario ed opportuno fare un buon uso di quei test.
Tuttavia già allora potevano essere coinvolti anche i farmacisti come accaduto in molte altre regioni, perché scovare i positivi al Covid non è l’unico obiettivo di un’attività di screening. Dobbiamo anche rendere l’iter più veloce e agevole per garantire ai soggetti testati e risultati negativi, quasi tutti, un rientro spedito a scuola o al lavoro.
All’Asrem purtroppo è mancato il personale dedicato, sia nei laboratori che nei punti di prelievo. Si è affrettata a trovare soluzioni per reperire nuovi infermieri, nuovi tecnici di laboratorio, nuovi punti prelievo. I test antigenici, però, oltre a dare un risultato quasi immediato non hanno più bisogno di personale o di laboratori altamente qualificati. Insomma i test antigenici servivano a velocizzare tutto, ma in Molise sembra non se ne sia accorto nessuno.
Due giorni fa l’Abruzzo ha effettuato 13.000 tamponi di cui 10.000 antigenici. È inconcepibile che l’Asrem, con la dotazione di test documentata, non faccia lo stesso: soprattutto in basso Molise ci sono focolai che andrebbero monitorati in maniera ben più approfondita.