Abbiamo volutamente atteso che la situazione in basso Molise si stabilizzasse, anche se relativamente, per offrire qualche spunto di riflessione. Così dalla UIL Molise: “Per avere una idea chiara della situazione, difatti, era necessario aspettare le comunicazioni ufficiali da parte delle istituzioni e degli enti preposti rispetto a viabilità, sicurezza degli edifici e delle infrastrutture pubbliche.
Oggi, il quadro è piuttosto delineato e non è assolutamente roseo”.
“Alla vigilia della ripresa di buona parte delle attività produttive e del rientro al lavoro di centinaia di lavoratori, constatiamo che una delle due arterie più importanti del nostro traffico regionale è chiusa fino a nuovo ordine (forse oggi sarà riaperta?), con la conseguenza che il tempo che si impiega per raggiungere Termoli da Campobasso e viceversa, è di quasi un’ora e mezza, salvo traffico pesante o imprevisti vari.
Così come per alcuni viadotti della Provincia di Isernia che, nonostante siano aperti, restano osservati speciali.
Dunque, ogni qualvolta si verifica un simile evento, mostriamo tutte le nostre debolezze infrastrutturali.
E allo stesso modo, sentiamo annunciare rivoluzioni, oltre che dalla classe politica, anche da Aziende e Enti responsabili delle strade molisane.”
“Il fatto che poi questo terremoto si sia verificato praticamente in contemporanea con il disastro di Genova, ha amplificato ancora di più i legittimi timori dei molisani rispetto alla sicurezza delle strade, degli edifici pubblici, delle scuole, degli ospedali.
Riusciremo almeno questa volta a fare il punto della situazione?
Riusciremo ad avere un quadro chiaro e puntuale sullo stato delle nostre strade, dopo decenni di lassismo e noncuranza?
Riusciremo ad avere un precisa idea sullo stato di tutti gli edifici sensibili?”
Questi gli interrogativi del sindacato.
“Immaginiamo se domani avessero riaperto le scuole o fossimo in attività scolastica. Sarebbe stato davvero complicato passare al setaccio decine di fabbricati per poi autorizzare il loro utilizzo, con conseguenze facilmente immaginabili.
Abbiamo qualche giorno in più, ma anche su questo tema, il problema resta.
Come Organizzazione da tempo sollecitiamo un piano regionale per la sicurezza che preveda una ricognizione generale di strade e pubblici edifici, specialmente da quando la nostra sismicità è particolarmente attiva.”
“Non è il caso di creare allarmismi, ma neppure sarebbe onesto girarsi dall’altra parte.
La nostra Protezione Civile, che in questa circostanza si è mostrata complessivamente pronta ed efficiente, deve essere rafforzata così’ da diventare un piccolo gioiello in termini di organizzazione e strutturazione, così’come le strutture che si occupano di lavori pubblici, a ogni livello, devono essere in condizione di fare prevenzione, verifiche attente, scrupolose, rapide.”
“Il pericolo non è il terremoto in sé, ma gli edifici in cui viviamo; per questo bisogna sensibilizzare e incentivare la popolazione a fare sopralluoghi per la verifica della staticità delle case. A seguito del sisma di San Giuliano, ad esempio, in molti hanno eseguito lavori di riparazione funzionale, che hanno sicuramente migliorato la sicurezza degli immobili.
Dunque, procedere alle verifiche del patrimonio privato o pubblico è sempre utile e necessario per la pubblica e privata incolumità.”
“Su questi pochi, ma fondamentali aspetti, confermiamo la nostra disponibilità a collaborare con chiunque sia impegnato su questo fronte, che siano essi amministratori, tecnici, imprenditori e forze dell’ordine, che ringraziamo per l’egregio lavoro svolto anche in questa occasione.”
“Ciò che sollecitiamo però, concludono da via Crispi, è che una volta per tutte si programmino rapidamente interventi definitivi, anche utilizzando le risorse comunitarie destinate alla viabilità e alle infrastrutture, e che finalmente si sia solerti nell’attuazione di queste pratiche.
Anche perché, quando parliamo di lavoro, intendiamo soprattutto questo tipo di attività che vanno dalle valutazioni, agli interventi di messa in sicurezza che, oltre a rassicurare i nostri patrimoni abitativi e dunque i molisani, rimetterebbero in moto anche l’edilizia, sulla cui importanza nella nostra economia abbiamo abbondantemente discusso.”