Gli insegnamenti evangelici sempre attuali e, nel caso specifico, la parabola di colui che riusciva a vedere la pagliuzza negli occhi degli altri, ma non vedeva la trave nei propri, è come non mai calzante nelle vicende politiche di questi ultimi giorni. Sul tavolo delle riflessioni c’è l’Udc, i fatti di Termoli e da ultimo le dimissioni da segretario provinciale dell’Udc Costanzo Pinti. Negli ultimi tempi ho preferito tacere e non alimentare le polemiche e replicare anche ad attacchi di carattere personale di amici ed ex amici di partito, non perché non avessi argomentazioni o perche mi sentissi all’angolo, ma ho taciuto esclusivamente per l’interesse del partito e per rispetto dei tanti e veri amici che ci sono nell’Udc. Ma le dimissioni del segretario provinciale di Campobasso e le argomentazioni dallo stesso addotte meritano qualche doverosa puntualizzazione.
L’amico sic! Pinti è stato eletto segretario provinciale due anni fa. Nel corso di tale periodo ha convocato il comitato tre volte di cui una da me richiesta per le regionali 2013 ed in un’altra occasione, qualche mese fa, per instaurare un processo politico in contumacia al segretario regionale Udc al quale non ha avuto nemmeno il buon senso di avvisarlo o quantomeno sentirlo.
In due anni non vi è stata nessuna iniziativa politica, mai nessun incontro, comunicato, nemmeno durante le ultime amministrative che hanno visto al voto due importanti realtà del basso Molise. Voglio ricordare che l’organizzazione territoriale del partito con tutte le attività connesse sono di competenza esclusiva dei comitati provinciali e che il segretario regionale ha la prerogativa di indicare, in stretta collaborazione con la segreteria nazionale, la linea del partito. Ma queste cose elementari del vivere in un partito credo che siano sempre sfuggite all’amico Pinti. In questi due anni il segretario Pinti non ha mai partecipato alle riunioni convocate a Roma. La stella del comitato provinciale di Campobasso ha brillato solo per le sue assenze per questioni di linea politica dell’Udc, mentre ha trovato tempo e capacità per andare a Roma in pellegrinaggio presso la segreteria nazionale per chiedere la testa di Teresio Di Pietro tacciato di immobilismo.La misura è colma, caro Costanzo! Voglio ricordare a te e far presente a me stesso che in politica tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Il grande statista Giulio Andreotti diceva che pensare male è peccato ma a volte ci si prende. Allora penso che alcuni episodi di abbandono, compreso il tuo, non hanno alcun fondamento politico, ma sono solo frutto di calcoli di riposizionamento, specie in quei comuni in cui si andrà a breve a votare. L’Udc non è allo sbando! L’Udc non ha padroni! L’Udc anche a Termoli comunque sarà presente con orgoglio con il suo simbolo.
Pensavo che nei delicati l’orgoglio di appartenenza fosse più forte e che tutti insieme ci stringessimo per preparare le liste e i programmi e lasciassimo da parte i risentimenti e le polemiche e che mai si abbandona la nave tra i marosi, ma ora mi rendo conto che Schettino ha fatto tanti proseliti specialmente in politica. Ma l’Udc non è la Concordia. Le male lingue e le comari della politica dicono che il dott. Pinti sia sul punto di accasarsi con una nuova aggregazione politica. Io mi rifiuto di crederlo, ma se così fosse mille auguri.
Credo che ci mancherà il suo alto contributo organizzativo ma ancor di più i notevoli apporti di consensi riportati in tutte le numerose competizioni elettorali che lo vedevano candidato, come quelle racimolate nelle ultime elezioni regionali un bottino di ben 167 voti di cui 132 ottenuti a Termoli. Nel chiudere questa mia breve riflessione ritengo che gli uomini passano ma le idee restano a prescindere e che l’Udc e il simbolo dello scudo crociato continuerà a vivere in tutto il Molise con o senza Pinti, con o senza Teresio Di Pietro.
Teresio Di Pietro
Segretario regionale Udc Molise