Tartaglione interroga Salvini: “Basta tagli al Molise, si faccia chiarezza sul futuro della Questura di Campobasso”

“Non è solo un problema di sicurezza, ma anche di natura economica e di tutela del prestigio istituzionale della Regione. C’è in ballo il rispetto nei confronti di un popolo che merita di conservare tutti i presidi democratici che conferiscono dignità ad un territorio e consentono il suo sviluppo sociale”. 

E’ quanto si legge nell’interrogazione che l’onorevole Annaelsa Tartaglione ha presentato al ministro degli Interni Matteo Salvini, chiedendo che si faccia presto chiarezza sul futuro della Questura di Campobasso e su quali conseguenze potrebbero derivare da un eventuale declassamento.

“Proprio grazie al magistrale lavoro di prevenzione e controllo – scrive la parlamentare azzurra – messo in campo dalla Questura insieme alle altre forze dell’ordine, la città di Campobasso è considerata oggi tra le più sicure d’Italia. E’ quindi indispensabile adoperarsi affinché tali attività non subiscano di fatto un pericoloso ridimensionamento, esponendo il Capoluogo di regione a rischi fino ad oggi scongiurati. I risultati raggiunti dicono che l’attuale ‘regime’ va mantenuto e ottimizzato per salvaguardare gli standard attuali, non si può e non si deve abbassare la guardia”.

Non bisogna poi certo trascurare la legittima difesa dei livelli occupazionali e l’eventuale ricaduta in termini economici in un contesto già fortemente provato dalla chiusura di importanti aziende. “L’assessore regionale al ramo Luigi Mazzuto – ricorda a tal proposito Tartaglione –  ha infatti già accolto la richiesta del sindacato di Polizia Coisp di tenere un incontro sulla revisione degli organici e dei modelli organizzativi delle Questure”.

La questione però è più ampia e non riguarda solo le forze dell’ordine: “Il Molise – sottolinea la coordinatrice regionale di FI – sta subendo ormai da tempo considerevoli tagli, vittima di una logica prettamente numerica e che purtroppo non tiene conto delle particolari caratteristiche del nostro territorio, sacrificando l’autonomia regionale sull’altare dei ‘costi/benefici’. Occorre – conclude – invertire presto la rotta ed impegnarci tutti e ad ogni livello per la sopravvivenza dei piccoli territori”.

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