“La chiusura di Emodinamica all’ospedale Veneziale di Isernia determinerebbe una serie di conseguenze gravi, tali da mettere a serio rischio il diritto, sancito dalla Costituzione, alla salute dei cittadini”.
E’ quanto dichiara in una nota l’onorevole Annaelsa Tartaglione.
“Una decisione – spiega – che di fatto sfida ogni logica, perché comporterebbe un sovraccarico di procedure non sostenibile per l’U.O. di Campobasso, già carente di cardiologi interventisti, il preoccupante aumento di oltre 60 minuti del tempo per effettuare un’angioplastica primaria (che potrebbe rivelarsi fatale perché il fattore tempo è determinante), nessun risparmio economico (l’U.O. di Cardiologia di Isernia è già fornita di attrezzature di ultima generazione per tutte le urgenze relative all’infarto miocardico) e inoltre la perdita dell’utenza proveniente dalle regioni limitrofe. Basti solo pensare – sottolinea l’esponente di FI – che il numero di procedure di emodinamica nel 2019 è aumentato del 10%, numero considerato adeguato dalla comunità scientifica per territori come il nostro che presentano notevoli difficoltà al trasferimento dei pazienti”.
Ma secondo la parlamentare di Forza Italia è in pericolo la sopravvivenza stessa del nosocomio pentro e occorre mobilitarsi anche per la difesa di Oncologia e Senologia: “Il tempo dello scaricabarile e delle recriminazioni – avverte Tartaglione – è finito. Il gioco delle accuse reciproche è inutile, di certo non funzionale alla tutela della sanità molisana.
Serve ora uno sforzo comune da parte di amministratori e società civile, al di là dei campanili e delle appartenenze politiche, perché soltanto uniti possiamo raggiungere l’obiettivo”.
“Il governo nazionale – conclude – si ravveda sull’approvazione del nuovo Pos, chiaramente discriminatorio. Non possono esistere italiani di prima, seconda o terza fascia. Il Molise ha diritto di esistere”.