Tante parole sono state versate in questi giorni sul taglio del servizio 118 sulla costa molisana ed è sempre più palese il bisogno di comunicazione propagandistica da parte di taluni personaggi che difendono tagli spacciandoli per servizi aggiuntivi, ma è altrettanto necessario fare chiarezza e dire la verità su quanto sta accadendo.
La verità è che il servizio 118 e il servizio di guardia medica turistica sono due cose distinte (anche se qualcuno sta cercando di farli passare come servizi identici) e l’atto aziendale della Asrem (n.301 del 27 marzo 2018 con deliberazione del direttore generale) prevede che Termoli abbia oltre ad un’autoambulanza medicalizzata di tipo A (ossia con medico, infermiere, autista e soccorritore), anche un‘auto medica ed un’ambulanza di tipo B (ovvero solo con infermieri e soccorritori a bordo), mezzi questi attualmente non presenti.
Tale riorganizzazione del sistema di emergenza 118 non è mai stata resa operativa. Se a questo aggiungiamo la soppressione del servizio di emergenza estiva sul litorale che fino all’anno scorso veniva garantito da una postazione del 118 che stazionava nel comune di Campomarino lido, (postazione aggiuntiva che ha garantito nell’arco di 40 giorni del 2019 circa 240 interventi) ci si potrà facilmente rendere conto di quale impatto abbia sui tempi di intervento in casi di emergenza, che si dovessero verificare.
La mancata attuazione del sistema di emergenza-urgenza 118 previsto dall’atto aziendale vigente rende ancora più incomprensibile la decisione di mettere in atto ulteriori tagli al sistema di emergenza nel Basso Molise in un periodo in cui vi è un aumento considerevole della popolazione soprattutto nei comuni di Termoli e Campomarino.
La sola ambulanza del 118 presente a Termoli deve garantire non solo frequenti interventi di emergenza ma anche trasferimenti programmati (per disposizioni aziendali in contrasto con quanto previsto dal DM n.70 DEL 2015) di persone che dovessero risultare positive al Covid 19 ricoverate nel presidio ospedaliero San Timoteo, dovrà occuparsi di trasferire presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso tutti i casi di emergenza legati all’ictus, dovrà occuparsi, come è accaduto innumerevoli volte negli ultimi 30 giorni, di portare i pazienti soccorsi, che necessitano per motivi clinici di effettuare una TAC, direttamente presso l’ospedale SPOKE di Campobasso.
Come può un solo mezzo di emergenza a disposizione garantire tutte queste tipologie di intervento? e come possono eventuali mezzi di soccorso presenti nei paesi limitrofi della zona costiera (postazioni 118 presenti su Larino e Montenero di Bisaccia), garantire interventi entro i tempi previsti dai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza)?
Il distretto Sanitario di Termoli-Larino conta soprattutto in estate almeno un numero doppio di presenze rispetto al generico riferimento di 60.000 abitanti previsto dal decreto ministeriale.
Ignorare tali fatti significa quindi pregiudicare il diritto all’assistenza.
Ma una soluzione esiste ed è scritta nero su bianco proprio nell’atto aziendale ASREM.
Bisogna attuare quell’atto aziendale fin da oggi, ancor più in un periodo di scarso reperimento di figure mediche, un atto che prevede per il territorio costiero un’ambulanza di tipo B ed un’automedica.
Questo tipo di organizzazione è già stata attuata in molte regioni italiane, come ad esempio l’Emilia Romagna, che in tema di emergenza territoriale possono essere considerate degli esempi di comprovata efficacia.
Se a tutto questo si aggiunge anche il fatto che alle stesse postazioni territoriali molisane del 118 sembra non sia stato neppure previsto l’aggiornamento al rischio biologico COVID 19 (se davvero questo, appreso in via ufficiosa risultasse vero) appare evidente di quanto possa essere rischioso prestare servizio in queste condizioni.
Mi corre l’obbligo infine di fare una doverosa considerazione in merito alla positiva presenza di tanti dispositivi salvavita presenti nei vari stabilimenti balneari e nelle varie strutture pubbliche e private ed un elogio all’ottima preparazione dei tanti addetti al salvamento, che però nulla possono se poi a, seguito di una rianimazione polmonare andata a buon fine, non sia disponibile un mezzo sanitario in grado di trasportare le persone soccorse in centri ospedalieri attrezzati.
In definitiva l’Asrem e i difensori a cottimo della stessa, sappiano che quando vengono violate le più elementari disposizioni previste dai decreti ministeriali e dalle disposizioni aziendali, potrebbero trovarsi nella condizione di rispondere non solo alla loro coscienza ma anche presso le aule di tribunale per aver pregiudicato il diritto alla salute dei cittadini.
Vittorino Facciolla – Gruppo Consiliare PD