Nel periodo più difficile della storia molisana moderna, ogni attenzione è rivolta ai 13 mila posti di lavoro persi dal 2001 al 2013 secondo i dati della Banca d’Italia e a nulla sono serviti i 4 miliardi spesi tra il 2002 ed il 2012 per invertire il trend economico della regione. In un quadro così fosco con un giovane su due che non ha lavoro e con le principali aziende molisane in procedura concorsuale, passa in secondo piano la riarticolazione del sistema delle autonomie locali attivato da una recente riforma nazionale che ha sancito la trasformazione delle Province in Enti di secondo livello.
Questo processo di semplificazione istituzionale, condivisibile sul piano strategico, meriterebbe una riflessione di merito più attenta con un inquadramento complessivo della riforma dello Stato per capire al termine del riordino quale è l’assetto che si determina nel rapporto tra il cittadino e gli Organi di Rappresentanza elettiva della Repubblica Italiana. Aver superato le Province senza un chiarimento organico sui ruoli dei Comuni, delle Regioni e dello Stato, sui loro poteri, sulle risorse assegnate, sulle dimensioni geografiche e sulle attribuzioni costituzionali, rappresenta un limite con pesanti e prevedibili penalizzazioni per le aree interne meno popolate e orograficamente più svantaggiate. L’avvento delle Città Metropolitane moltiplicherà i livelli istituzionali nei territori più forti e politicamente più rappresentati, nel mentre l’approccio ragionieristico di una riforma dello Stato incardinata solo sui numeri arrecherà altri danni alle aree interne con lo smantellamento delle Prefetture, delle Questure, dei Comandi delle Forze dell’Ordine, dei Provveditorati e di gran parte degli Uffici Statali.
Per il Molise questa prospettiva non aiuta, si somma alla crisi industriale e alla disoccupazione giovanile, non consente una progettualità positiva e rischia di peggiorare il quadro socio – economico già di per sè preoccupante. La riarticolazione del Sistema delle Autonomie Locali può rappresentare un’opportunità se si colloca in una strategia costituzionale incardinata sulla parità dei diritti tra tutti i cittadini italiani prevedendo meccanismi perequativi in favore delle aree interne e non tagli lineari basati sul numero degli abitanti che precludono al diritto alla sanità, alla scuola, ai trasporti e all’assistenza sociale.
Se non si chiarisce questo presupposto di partenza il Molise resterà travolto dalla congiuntura e dai tagli lineari, non disponendo di forze autonome proprie in grado di disegnare uno sviluppo locale a prescindere dal ruolo dello Stato.
Mi è sembrato corretto rivolgermi alla vostra attenzione per esprimervi un ringraziamento istituzionale per l’attività svolta nell’esercizio delle vostre funzioni amministrative, ed ho preferito farlo non con una nota formale priva di contenuti ma approcciando un tema politico dirimente sul quale non si potrà fare a meno di confrontarsi per il futuro dei molisani prima che del Molise.
Superamento delle Province. Riarticolazione del sistema delle autonomie locali sul territorio
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