Riceviamo e pubblichiamo
E’ in stampa, così come avevo promesso, il libro-inchiesta “Capoiaccio Anno Zero”: le indagini ambientali condotte fra il 2014 e il 2015 nell’area dove insistevano i pozzi petroliferi della Montedison – da me fortemente sollecitate ad ogni livello istituzionale e che hanno portato alla scoperta di un “abnorme” tasso di radioattività g e di tracce di diclorometano e benzene superiori a quanto stabilito nel Codice dell’Ambiente – sono il fulcro di un lavoro di ricerca e di acquisizione di documenti che parte dagli anni Sessanta quando, appunto, la società petrolifera iniziò la ricerca di “oro nero” nella nostra regione.
Da allora ad oggi, la cronaca di oltre 50 anni raccontata attraverso i documenti originali dell’epoca: i verbali del Presidio Multizonale di Igiene Pubblica che più volte, in passato, hanno certificato anomalie e possibili casi di inquinamento ambientale; le dichiarazioni rese tanti anni fa e che attestavano traffici non autorizzati di materiale sconosciuto poi presumibilmente reimmesso nei pozzi sigillati, negli anni Ottanta, con il calcestruzzo; le pregresse analisi ambientali che, nel 2003, non rilevarono la radioattività dieci volte superiore al fondo naturale del terreno; gli atti della prima inchiesta giudiziaria partita nel 2007.
Documenti dell’epoca e recenti alla base del libro-inchiesta che, per me, rappresenta l’inizio di una nuova battaglia per la conoscenza della verità; come è noto, la ex Montedison non ha mai voluto partecipare ad alcuna convocazione in Terza Commissione consiliare, da me presieduta, per chiarire i fatti alla luce dei risultati delle indagini ambientali che, in qualità di consigliere regionale, ho chiesto ed ottenuto dopo aver avviato l’iter istituzionale presso il Ministero dell’Ambiente, allora guidato dall’onorevole Andrea Orlando.
Dopo quelle indagini, come si ricorderà, la Commissione tecnica prefettizia ha riunito le Istituzioni e gli organismi competenti ma la verità è ancora lontana: motivo in più per raccontare ai molisani la storia dell’impianto sito in contrada Capoiaccio e tutto quanto emerso dalle accurate indagini dell’Arpa e dell’Ispra.
Nei prossimi giorni renderò noto il calendario della presentazione del libro-inchiesta la cui prefazione è stata affidata al professore avvocato Jean Paul de Jorio, consulente, tra l’altro, di numerosi enti locali in materia di bonifiche ambientali; porterò questa storia in numerosi comuni molisani perché ritengo sia un dovere fare in modo che tutti conoscano una vicenda ancora da chiarire e per la quale non è stata scritta la parola fine.
Salvatore Ciocca