Leontina Lanciano esprime apprezzamento per la decisione del Governo di riaprire anche in zona rossa, ma aggiunge: vanno reperite altre strutture da destinare alla didattica in presenza
Covid e didattica in presenza, la Garante regionale dei Diritti della persona, Leontina Lanciano, apprende con favore la decisione del Governo di riaprire le scuole, fino alla prima media, anche in zona rossa, ma lancia un appello alle istituzioni affinché si prevedano misure specifiche per consentire anche agli altri studenti il ritorno tra i banchi.
“Sicuramente – commenta – la decisione preannunciata in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio Draghi è una misura che segna finalmente un cambio di passo per quel che riguarda il diritto allo studio dei minori. Sono state accolte le richieste che noi Garanti reginali e territoriali, insieme all’Autorità garante nazionale per l’Infanzia e per l’Adolescenza, avevamo rivolto al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Nella lettera inviata al vertice del dicastero, avevamo appunto chiesto la riapertura delle scuole anche in zona rossa, oltre alla ripresa della didattica in presenza per le scuole Superiori. Per quest’ultimo aspetto, avevamo indicato anche alcune proposte concrete.
Ad esempio la possibilità di procedere, laddove per carenza di spazi risultasse impossibile permettere a tutti gli studenti di tornare in aula, con una didattica in forma integrata, ossia a rotazione con una parte della classe in presenza e un’altra a distanza. Contestualmente, avevamo indicato anche la necessità di accelerare le tempistiche della vaccinazione per il personale scolastico e sollecitare le scuole afavorire la presenza in aula di bambini con disabilità”.
Resta però, adesso, “da risolvere il nodo relativo ai ragazzi che frequentano le ultime due classi delle medie e gli istituti secondari di secondo grado. Anche per loro va previsto un ritorno alla didattica in presenza”.
Diverse le ipotesi che, secondo la dottoressa Lanciano, possono essere prese in considerazione per favorire la ripresa dell’attività scolastica in presenza. Tra queste “un valido strumento – aggiunge – potrebbe essere quello di effettuare degli screening continui a campione, a cadenza settimanale, in modo da sottoporre a tampone sia gli studenti, sia i docenti e il personale. Monitoraggio che potrebbe, inoltre, essere affiancato all’igienizzazione periodica degli spazi scolastici e, naturalmente, a un potenziamento dei servizi di trasporto pubblico”.
Nel caso l’applicazione di queste misure non fosse possibile o non fosse comunque ritenuta sufficiente ad assicurare il diritto alla salute, “andrebbero presi in considerazione altri percorsi – specifica la Garante – per reperire altri spazi da utilizzare per la didattica. Gli istituti scolastici potrebbero, ad esempio, prevedere la sottoscrizione di appositi protocolli d’intesa con gli enti municipali o provinciali, con i circoli sportivi o con le parrocchie per poter utilizzare le strutture disponibili. Del resto le più recenti disposizioni normative già prevedono il ricorso a personale scolastico aggiuntivo per garantire la sicurezza dei minori. L’obiettivo primario resta quello di restituire ai ragazzi la possibilità di portare avanti la dimensione di socializzazione, che è fondamentale per un corretto sviluppo psicofisico e sociale”.
“Il computer – conclude Leontina Lanciano – non può continuare ad essere l’unico strumento di contatto che gli studenti hanno con i docenti e con i loro compagni”.