Quali sono stati i criteri di valutazione utilizzati per la scelta dei progetti finanziati dal Contratto Istituzione di Sviluppo del Molise? Sono stati ascoltati, preventivamente, i territori, per delineare la condizione di contesto regionale? Perché si è scelto di assecondare una miriade di piccole e medie progettualità, invece di convogliare tutti i fondi su un’unica infrastruttura strategica, che il Partito Democratico aveva indicato nel potenziamento della statale 647 Bifernina? E ancora, perché non è stata utilizzata parte del plafond a disposizione per coprire il disavanzo sanitario e ridurre, in questo modo, le imposte regionali sulle imprese?
Sono questi alcuni degli interrogativi sollevati dai consiglieri regionali del Partito Democratico Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, che hanno incontrato gli organi di informazione per illustrare l’interrogazione urgente presentata sul Contratto Istituzionale di Sviluppo e affrontare diversi altri aspetti connessi al diffuso malcontento generato da quello che, nelle intenzioni della Regione e del Governo nazionale, doveva essere l’azione più importante per la ripresa produttiva del Molise.
“Attraverso la nostra interpellanza – ha esordito Vittorino Facciolla – abbiamo chiesto al Presidente Toma, che sul Cis, come da lui dichiarato, avrebbe dovuto esercitare il ruolo di coordinatore degli altri quattro valutatori regionali (oltre la Regione Molise, le Provincie di Campobasso e Isernia e i Comuni di Campobasso e Isernia), qual è stato il metodo utilizzato per l’individuazione delle priorità finanziabili, se sono stati fissati obiettivi strategici, se c’è stata unanimità nelle scelte, quanti Sindaci sono stati ascoltati preventivamente.
Perché è forte il dubbio che non vi sia stata alcuna direzione, e che alla fine si sia scelta la strada di un inutile finanziamento a pioggia che, per esempio, ha premiato con oltre 130 milioni (sui 220 disponibili) la valorizzazione dei tratturi – sicuramente meritevoli di attenzione – a fronte di un sistema stradale in profonda difficoltà.
Una questione di metodo – ha aggiunto Facciolla – sbagliato sul Cis, corretto invece sul problema del punto nascite di Termoli, dove l’intero Consiglio regionale ha accolto la nostra richiesta per trasformare la nostra interpellanza in un ordine del giorno all’attenzione del Consiglio prossimo Consiglio regionale utile , dopo la seduta monotematica del 24 luglio sulla Sanità. Sul Contratto di Sviluppo, siamo ancora nelle condizioni di modificare le decisioni assunte e graduare, sulla scorta delle reali esigenze del Molise, l’elenco finale degli interventi ammessi. Ma, soprattutto, deve essere chiaro un concetto: che non stiamo contestando il singolo progetto del singolo Comune, ma il metodo utilizzato per la scelta dei vincitori”.
“Stiamo scrivendo una delle pagine peggiori della storia della Regione Molise – ha detto Micaela Fanelli nel suo intervento – e a nulla sono valsi i nostri appelli affinché fosse il Consiglio Regionale a fornire i criteri per individuare le scelte di indirizzo strategico. Nel settore pubblico, si è preferito finanziare una visione romantica del Molise, i tratturi, invece di una moderna e dinamica, come le infrastrutture strategiche. Sul versante privato, la nostra idea era di utilizzare parte delle risorse del Cis per coprire il disavanzo sanitario. In questo modo permettendo di superare l’automatismo legislativo dell’innalzamento delle imposte sulle imprese e favorire, in questo modo, l’intera economia regionale. In più, perché una singola azienda, non si capisce sulla scorta di quale procedura, si è vista accordare un finanziamento di dieci milioni di euro per Campitello Matese, mentre, per esempio, quelle che vogliono accedere ai bandi della Regione debbano affrontare una enorme complessità burocratica per soli 25mila euro?”.
La richiesta del Partito Democratico avanzata al Presidente Toma resta dunque quella di chiarire in aula i criteri ed i passaggi burocratici che hanno portato alla scelta dei progetti finanziati dal Cis e procedere alle correzioni consequenziali.