Sulla sanità il Molise può scegliere tra il persistere e l’accentuarsi di divisioni territoriali, personali, sindacali, politiche, professionali o di qualsiasi altro genere, o il provare a riflettere sulle iniziative da assumere per assicurare i livelli essenziali d’assistenza, garantire la tutela della salute ai cittadini e potenziare un sistema sanitario pubblico di qualità, efficace ed efficiente. Auspico che in un sussulto di responsabilità prevalga la seconda ipotesi che ponga termine ad una conflittualità senza sbocchi e si concentri sulle soluzioni possibili, concrete ed effettivamente praticabili e perseguibili. In tal caso si ha l’obbligo di decidere in via preliminare come muoversi col Governo circa l’esautoramento di tutti gli Organi della Regione Molise in materia sanitaria contestando il commissariamento del 29 luglio 2009 e sollecitando il ripristino della potestà legislativa, di programmazione e di organizzazione sanitaria in capo al Consiglio Regionale, alla Giunta, all’Assessore alla Sanità e a tutti gli Organi territorialmente competenti. La seconda questione attiene il superamento del Piano Sanitario Regionale predisposto dal commissario ad acta Filippo Basso che sostituendo Michele Iorio adottò coi poteri ordinariamente attribuiti al Consiglio Regionale un atto di programmazione triennale in cui sono stabiliti i posti letto per le strutture private, le scelte strategiche e le linee guida. Per il Tavolo Tecnico Nazionale ogni proposta attuativa avanzata da paolo Frattura quale Commissario ad Acta pro-tempore non può che tradurre in provvedimenti esecutivi il Piano Sanitario di Filippo Basso. Basta leggere tutti i Verbali di contestazione che ci si rende conto di questa impostazione assolutamente penalizzante per il Molise perché incanala le scelte operative lungo un percorso già scritto dai tecnici del Ministero della Sanità. Se vogliamo ribaltare questo approccio dobbiamo accantonare le divisioni e provare a unire le forze per imporre al Governo il rispetto della Costituzione Italiana, il diritto alla tutela della salute dei cittadini molisani e l’indisponibilità ad accettare tagli lineari imposti dal Piano Basso con uno sbilanciamento pauroso in favore delle strutture private, l’impossibilità si assumere personale e la penalizzazione evidente del sistema sanitario pubblico. Il luogo preposto per condividere questo percorso è il Consiglio Regionale, massima sede istituzionale del Molise, ma per rendere più forte la presa di posizione necessita coinvolgere preventivamente i comuni, i sindacati, i partiti, gli ordini professionali e le associazioni. La sospensiva del TAR offre la possibilità di avere qualche giorno in più a disposizione per costruire una posizione convergente da assumere in Consiglio Regionale e trasmettere al Governo a difesa della nostra comunità regionale. Mi appello al senso di responsabilità generale perché prevalga questa impostazione e si superino i contrasti intestini privi di sbocchi concreti.
Sanità. Petraroia: il Molise è a un bivio
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