Leggiamo sulla stampa che il presidente-commissario Toma, di ritorno da un incontro con il Tavolo tecnico per il rientro dal disavanzo del servizio sanitario regionale (SSR) del Molise, informa che per il punto nascita di Termoli si prospettano “accordi di confine” con l’Abruzzo e/o con la Puglia; per il servizio di emodinamica, dovrebbero chiudere 2 strutture sulle 4 attuali, ma che lui (Toma) si sta battendo perché ne restino 3.
Ricordiamo a Toma ed anche al Ministero della Salute, nonché alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che a Termoli ormai da mesi l’emodinamica funziona a singhiozzo e che per pediatria è stato sottoscritto ad agosto un accordo con l’ospedale di Vasto, che fornirà in “prestito” medici per coprire almeno 10 turni al mese. Ricordiamo che tutte le strutture ospedaliere pubbliche regionali soffrono di una grave e cronica mancanza di personale medico ed infermieristico, che si riverbera negativamente sui ricoveri e sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali.
Ricordiamo che il 118 dispone di un numero insufficiente di mezzi oltre che di personale, specialmente medico, tanto che molte ambulanze viaggiano senza medico a bordo. Ricordiamo che al servizio di guardia medica, ribattezzato di continuità assistenziale, mancano medici. Ricordiamo che sono insufficienti anche i medici cosiddetti di medicina primaria, comunemente chiamati medici di famiglia, specialmente nei piccoli paesi. Tutto ciò dopo 15 anni di piano di rientro dal disavanzo del SSR e 13 di commissariamenti, senza peraltro che il disavanzo stesso sia stato sanato, ma resta ancorato sui 30-40 milioni all’anno.
A tal proposito, è d’obbligo ribadire che nessuno, men che meno l’attuale presidente della Regione, ha mai voluto indagare le origini della formazione del debito che, guarda caso, non si estingue nonostante la chiusura degli Ospedali Pubblici, evidentemente, giudicati gli unici colpevoli dal Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e sui quali ci si ostina ad accanirsi malgrado le prove provate che non sono loro la causa della voragine nei conti della Sanità. E siccome, di pari passo, abbiamo assistito alla privatizzazione sempre più spinta dell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie, non si fa fatica a capire dove risiedano le cause di una situazione diventata grave, al punto di privare i Molisani perfino dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Addirittura, dalle strutture private, mai appagate per i fondi già ricevuti, subiamo anche il ricatto dello stop alle erogazioni salvavita. È giunto, quindi, il momento di dire basta alla priorità data al risanamento economico- finanziario e di rivendicare il risanamento dei servizi sanitari regionali. Ai molisani deve essere garantita una sanità universale, gratuita, pubblica, di qualità, alla pari degli altri cittadini italiani.
Rifiutiamo i programmi operativi (PO) passati e non abbiamo nessuna fiducia riguardo al PO 2022- 2024, che Toma si accinge a produrre, salvo il placet del Tavolo tecnico, perché sono tutti incardinati sulla ricerca del pareggio di bilancio, senza interesse alcuno alle esigenze della popolazione. Non abbiamo tempo di aspettare l’inutile e semmai dannoso PO 2022-2024 di Toma, quanto piuttosto pretendiamo interventi urgenti per impedire il collasso definitivo della nostra Sanità Pubblica!
Si proceda, pertanto:
- ad una campagna straordinaria di reclutamento del personale sanitario, finanziata con extrafondi statali;
2) all’indizione a tempi stretti dei concorsi da primario dei troppi reparti retti da facenti funzione;
3) alla sostituzione dei direttori generale, sanitario ed amministrativo dell’ASReM.
Su questa piattaforma ci siamo confrontati in assemblee popolari il 23 agosto a Termoli, a settembre il 3 a Guglionesi, il 7 a Larino ed il 17 a Castelbottaccio. Continueremo i confronti pubblici nei prossimi mesi in altri comuni del Molise, cercando l’appoggio dei cittadini e dei sindaci (questi hanno già partecipato a Guglionesi, Larino e Castelbottaccio).
È ora di cambiare musica e suonatori! La volontà popolare e l’appoggio dei Sindaci (fin qui alquanto “pigri” e molto disarmonici tra loro) rappresentano la strada maestra per sanare la sanità del Molise.
Comitato Basso Molise per il bene comune, Comitato civico frentano, Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità del Molise, Termoli bene comune – Rete della sinistra, Un altro Molise è possibile.