Sanità/Istituto Demoskopica: Molise tra le ultime regioni

La sanità del Molise è sempre più malata. Non lo dice il Partito Socialista Italiano, ma l’IPS 2020, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato dall’Istituto Demoskopika sulla base di otto indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, democrazia sanitaria e speranza di vita.


Il Molise è diciassettesimo rispetto alle 20 Regioni, con un punteggio di 97,1 (6 posti in meno rispetto al 2019), peggio solo Sicilia, Calabria e Campania.


La soddisfazione sull’erogazione dell’offerta sanitaria espressa dai cittadini molisani si posiziona al di sotto della media nazionale con 88,4 punti sopra solo Calabria (87,2 punti), Campania (83,6 punti) e, infine, Sicilia (78,3 punti).


Nella parte più bassa della classifica dei sistemi sanitari più “litigiosi”, inoltre, si posizionano Toscana con 7,66 euro di spesa pro-capite e Calabria con 7,61 euro di spesa pro-capite, con una spesa, in valore assoluto, rispettivamente pari a 28,5 milioni di euro e a 14,7 milioni di euro. A seguire il Molise con 7,33 euro pro-capite (2,2 milioni di euro),
Le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario posizionano il Molise nella parte più bassa della classifica dei sistemi sanitari più “litigiosi” con 7,33 euro pro-capite (2,2 milioni di euro). Il Piemonte, regione più virtuosa spende 0,54 euro per abitante.


Sempre parte bassa della classifica, prima solo della Calabria, il Molise con un disavanzo del sistema sanitario pari a 273,7 euro pro capite (-82,7 milioni di euro), mente il Trentino-Alto Adige, regione più virtuosa, con un avanzo pari a 25,7 euro pro capite (27,6 milioni di euro).


Dati terrificanti che ripropongono una serie di criticità e dubbi e sull’organizzazione del sistema sanitario in Molise, dati che ci dicono che la nostra regione è scesa in classifica, nonostante un commissario e un sub-commissario nominati dal Ministero della Salute, un Direttore generale dell’Asrem nominato dal Presidente Toma, decine di dirigenti, nessun Assessore regionale alla Sanità, ospedali pubblici  (quei pochi ancora aperti) che scoppiano e non sono in grado di fornire i servizi minimi, personale al di sotto degli standard minimi.


Se questo si può ancora considerare un modello di sanità, se l’attuale esecutivo regionale è il massimo che riesce a garantire è giunto il momento azzerare tutti gli incarichi e di ammettere con umiltà di aver sbagliato e ancor prima chiedere scusa ai cittadini molisani.


Matteo D’Errico, segretario Federazione di Campobasso del Partito Socialista Italiano

Commenti Facebook