Un miliardo e oltre 700 milioni di euro.
A tanto ammonta l’importo della mobilità attiva della regione Molise dal 2001 al 2022. Una
cifra colossale che il Tavolo Tecnico per il disavanzo sanitario ha artatamente calcolato come
deficit a danno del Molise facendo pesare tali importi nel passivo dei costi della sanità
regionale.
Un atteggiamento, quello dei burocrati romani che è conforme alle norme dei piani di rientro
ma che da sempre ho ritenuto fossero errate e che dopo la vittoria del centrosinistra nel 2013
nessuno ha mai contestato a Roma. Forse perché quando io stesso da commissario ad acta
battevo i pugni per questa ingiustizia, sono stato a mia volta commissariato. Con il plauso
degli avversari di allora.
Da una prima lettura della documentazione che sono riuscito a reperire, la situazione peggiora
proprio dal 2013 ad oggi quando la mobilità attiva cresce sul territorio regionale di oltre 13
milioni e, al contempo, Roma calcola in aumento anche il disavanzo continuando ad imporre la
chiusura di ospedali, reparti, servizi a partire dalla rete dell’emergenza, il blocco del turn over
nonché l’aumento delle tasse ai molisani.
I vari commissari che negli anni si sono succeduti non hanno mai ritenuto opportuno far
rilevare questa discrasìa al Tavolo Tecnico, troppo occupati, evidentemente, ad applicare i
dictat romani che hanno di fatto condotto alla situazione sanitaria che oggi viviamo sulla
nostra pelle. Questo è solo uno degli argomenti che sto discutendo con i Ministeri per mettere
fine ad una situazione che perdura ormai da 14 anni negando un principio di giustizia protetto
dalla Costituzione oltre che dal buon senso, come asserito anche dalla sentenza del Consiglio
di Stato di aprile 2023 che finalmente ha dato giuridicamente valore a quelle tesi politiche che
negli anni urlavo senza che nessuno dei nostri rappresentanti rappresentasse quel concetto
nelle sedi opportune.
Il Molise, di fatto, non dovrebbe più essere una Regione commissariata perché questo dicono i
numeri. A questo si aggiunga anche, come sancito dalla Suprema Corte sin dal 2004, che lo
Stato “è chiamato ad assumersi la “responsabilità” di risolvere nel minor tempo possibile la
crisi dissipativa di un determinato ente autonomo, sì da rimetterlo in condizione di tornare a
garantire i beni da questo invece al momento compromessi”.
Il percorso intrapreso da questo governo regionale, che mi vede impegnato in prima persona
grazie alle deleghe conferitemi dal presidente Roberti, viaggia dunque su due binari paralleli:
se da un lato il lavoro che si sta portando avanti con i Ministeri competenti è volto a mettere
fine alle pratiche della soppressione dei servizi sanitari pubblici e al pagamento di tasse
esorbitanti per i cittadini molisani, dall’altro lato occorre reperire risorse per rilanciare la
sanità pubblica locale. Cosa a cui sto già lavorando anche attraverso l’utilizzo dei fondi
europei.
Michele Iorio